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Rogo Inalca, il Comitato amianto zero: “Cosa c’è nel terreno?”

4 marzo 2025 | 15:15
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Rogo Inalca, il Comitato amianto zero: “Cosa c’è nel terreno?”

Il Caz: “Se il quartiere è davvero sicuro, perché sostituire il primo strato di terreno nel Parco della Resistenza?”

REGGIO EMILIA – Il Comitato Amianto Zero esprime forte preoccupazione per la gestione dell’emergenza amianto a Reggio Emilia, con particolare attenzione alla situazione del Parco della Resistenza. Scrivono i cittadini: “Nonostante le rassicurazioni ufficiali sulla sicurezza ambientale dell’area, la recente decisione di rimuovere il primo strato di terreno solleva dubbi e alimenta il sospetto di una discrepanza tra le dichiarazioni delle autorità e le misure adottate”.

E aggiungono: “Secondo quanto riportato dalla stampa locale, Ausl, Arpae e Comune hanno optato per la sostituzione dello strato superficiale del suolo per prevenire possibili infiltrazioni nocive. Tuttavia, questa scelta appare in contrasto con le precedenti affermazioni secondo cui il parco non risulterebbe contaminato”.

A sollevare dubbi sono Stefano Ferrari, fondatore di ReggioEmiliaRipuliamoci, insieme a Michele Lagano e Gino Rossi, rispettivamente presidente e co-fondatore del Comitato Amianto Zero. In una nota congiunta, esprimono il loro sconcerto: “Se il quartiere è davvero sicuro, perché sostituire il primo strato di terreno nel Parco della Resistenza? Prima ci avete rassicurato sulla qualità dell’aria e del suolo, ora emergono preoccupazioni su infiltrazioni nocive. Questa contraddizione tra dichiarazioni e interventi concreti sembra un tentativo di nascondere la verità. Inoltre, che ne sarà dei giardini privati e condominiali in via Due Canali? Verranno trattati allo stesso modo?”.

Il presidente del Comitato rincara la dose: “Un’operazione così dispendiosa lascia intendere che nel parco ci siano effettivamente sostanze pericolose. E mentre i lavori vengono programmati, centinaia di cittadini continuano a frequentare l’area ignari dei possibili rischi. Esigiamo trasparenza: vogliamo conoscere la verità sulla situazione e sui materiali utilizzati per la bonifica”.

Il Comitato Amianto Zero chiede quindi agli amministratori locali “responsabilità politica e chiarezza assoluta sulle procedure di bonifica e smaltimento dell’amianto”. In particolare, sollecita “interventi rapidi per eliminare ogni traccia di materiale pericoloso, con un focus specifico sull’area circostante lo stabilimento Inalca, scongiurando qualsiasi soluzione improvvisata o il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle operazioni di bonifica”.