Rogo inalca, il Comitato: “Rimozione amianto fai da te, è da irresponsabili”

Rossi e Ferrari criticano le decisioni del Comune: “Delegare ai cittadini la sua rimozione rappresenta un rischio inaccettabile per la salute pubblica”
REGGIO EMILIA – Il Comitato Amianto Zero lancia l’allarme sulla gestione dell’emergenza amianto dopo l’incendio che ha devastato lo stabilimento Inalca e le aree circostanti. Il vicepresidente Stefano Ferrari, fondatore di ReggioEmiliaRipuliamoci, e il co-fondatore Gino Rossi esprimono forte preoccupazione per le misure adottate dalle autorità locali, ritenendole insufficienti e potenzialmente pericolose per la salute pubblica.
Scrive il Comitato: “A tre settimane dal rogo, il Comune di Reggio Emilia, l’Ausl e la Protezione Civile hanno avviato la distribuzione di kit per la rimozione “fai-da-te” dell’amianto, lasciando di fatto ai cittadini il compito di bonificare autonomamente le proprie abitazioni, giardini e terrazzi”. Una scelta definita “irresponsabile” dal Comitato, soprattutto considerando che la protezione civile ha fornito istruzioni sommarie che prevedono l’uso di semplici strumenti domestici come guanti, mascherine e vaporizzatori per piante.
Stefano Ferrari critica duramente la decisione, sottolineando che secondo i protocolli Iren la manipolazione dell’amianto è tassativamente vietata ai non esperti. “Nella bassa reggiana l’amianto è presente in quantità enormi e delegare ai cittadini la sua rimozione rappresenta un rischio inaccettabile per la salute pubblica”, afferma Ferrari. Gli fa eco Rossi, evidenziando come l’amianto richieda competenze specifiche e attrezzature professionali: “Dopo 50 anni di campagne di sensibilizzazione, sappiamo bene che questa è un’operazione complessa. Affidarla a persone senza formazione espone la popolazione a pericoli gravissimi e compromette l’efficacia della bonifica.”
Il Comitato solleva anche un’altra questione critica: l’assenza di un referente ufficiale per la bonifica. “Il Comune sembra voler delegare ogni responsabilità all’azienda Inalca, già in difficoltà per i danni subiti dall’incendio”, denuncia Ferrari. Per questo motivo, il Comitato Amianto Zero chiede al sindaco e alla giunta comunale di assumere un ruolo attivo e di garantire ai cittadini un interlocutore chiaro e affidabile.
Particolarmente allarmante è la situazione del Parco della Resistenza, che rimane accessibile nonostante la contaminazione da amianto. Le transenne installate sono state spostate e l’area, priva di sorveglianza, continua a essere frequentata da pedoni, ciclisti, bambini e animali domestici, esponendo tutti a un potenziale pericolo.
Di fronte a questa emergenza, il Comitato avanza richieste urgenti: “Sospendere immediatamente la distribuzione dei kit per la rimozione “fai-da-te”, nominare un referente ufficiale per la bonifica, mettere in sicurezza e chiudere temporaneamente il Parco della Resistenza, avviare interventi professionali di bonifica nelle aree contaminate, effettuare un monitoraggio trasparente della qualità dell’aria e del suoloe fornire ai cittadini informazioni chiare sui rischi e sulle misure di prevenzione”.
Il Comitato Amianto Zero assicura che “continuerà a monitorare la situazione e invita la popolazione a segnalare la presenza di materiale sospetto, evitando qualsiasi tentativo di rimozione autonoma. La tutela della salute pubblica deve essere la priorità assoluta”.