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Sesena: “Non si può essere femministe e musulmane?

23 marzo 2025 | 15:53
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Sesena: “Non si può essere femministe e musulmane?

Il segretario della Cgil: “Perché mai l’assessora avrebbe dovuto dire grazie alla città? Perché il suo destino in base alla provenienza sarebbe stato quello di finire a fare un mestiere umile e solo per l’ illuminato progressismo arzan ciò non si è verificato?”

REGGIO EMILIAMentre ci sbattiamo per organizzare una manifestazione antifascista domenica 30 marzo e ci sentiamo dire che neofascisti che sfilano col braccio alzato rappresentano un atto di democrazia e gli antidemocratici saremmo noi e in primis io che ho chiesto di vietare quella manifestazione e, come segretario della Cgil, mi sono appellato per primo alla società civile per sostenere questa posizione politica.

Mentre siamo pancia a terra in vista dello sciopero metalmeccanici di venerdi 28 marzo per il rinnovo del contratto nazionale e lo sciopero e la manifestazione in città debbono riuscire, perché gli aumenti salariali i diritti non li regala nessuno tantomeno Federmeccanica. Mentre la Cgil sta entrando nella campagna per i referendum per parlare di lavoro e diritto di cittadinanza, non tanto e non solo per chiedere di votare sì, ma per convincere i Reggiani che andare a votare è l’unica strada per invertire una china triste e pericolosa.

Mentre tutto ciò faticosamente avviene nella mia bolla, mi imbatto sul web nella notizia della apertura di uno sportello antirazzista a Reggio Emilia, ma soprattutto inciampo senza volere in un attacco al vetriolo a mezzo stampa all’assessora che, questa proposta, ha avanzato.

Secondo l’editorialista l’assessora in questione avrebbe dovuto ringraziare Reggio Emilia che l’ha accolta e sfamata e valorizzata invece di dare surrettiziamente ai reggiani dei “razzisti” con questa trovata in stile woke. Qui mi fermo: non so perché mi sovviene Via Col Vento Miss Melania, Miss Rossella e il buffetto sulla guancia alternato alla minaccia di 50 cinghiate. Tu chiamale se vuoi associazioni libere…

Perché mai l’assessora avrebbe dovuto dire grazie alla città? Perché il suo destino in base alla provenienza sarebbe stato quello di finire a fare un mestiere umile e solo per l’ illuminato progressismo arzan ciò non si è verificato? Perché l’accoglienza è in fondo una sorta di carità laica che noi riserviamo agli altri? Qualità, volontà, capacità sono cioè destinate a rimanere intrappolate da un velo che porti in capo?

E a proposito del velo, sempre riprendendo le argomentazioni del suddetto editoriale, non si può essere femministe e musulmane? Non si può essere di sinistra e osservare il Ramadan? Solo a me sembra un fatto significativo e che lascia bene sperare per tutte le donne che professano quella fede e che da quella fede vengono in taluni casi oppresse?

Si può discutere di merito, se quello sportello serva o non serva (io sono sempre abbastanza scettico sulla effettiva utilità di queste iniziative si tratti di mafia di diritti sociali violati etc), ma non si può sostenere che ci sia un gomblotto orchestrato per trasformare la città in un enclave islamica e soprattutto non si puo denigrare una persona per la sua fede, i suoi valori, le sue idee che coerentemente traduce in azione politica.

Sia detto per inciso: Marwa Mahmoud rappresenta plasticamente la Reggio che vorrei: inclusiva, accogliente, multietnica e con gli occhi rivolti al futuro. I problemi esistono e sono parecchi nessuno li nega e li minimizza. Ma se affrontarli significa aizzare gli uni contro gli altri, cercando facili consensi da misurare con like di profili spesso senza nemmeno una foto, be’ siamo lontani dalla loro soluzione e vicinissimi a un punto di non ritorno ad una condanna ad un anonimato rabbioso e scioccamente identitario che questa comunità non merita.