
La signora Agnieszka Gilarska, polacca, da 30 anni a Reggio: “La vostra città è molto peggiorata. Ne serve uno, piuttosto, per proteggere i reggiani da furti e rapine”
REGGIO EMILIA – “Come straniera che vive da oltre 30 anni in Italia, posso dire che lo sportello antirazzista è una grande cavolata. Chi lavora onestamente e si comporta civilmente, non ha bisogno di nessun sportello. Direi piuttosto che serve uno sportello per salvare i reggiani dai furti e dalle rapine. La polizia ha le mani legate e la città non è più vivibile”.
Questo il post scritto sotto al nostro editoriale, “Sportelli antirazzisti e sportellate politiche”, da una cittadina polacca, Agnieszka Gilarska, che da 30 anni vive a Reggio Emilia. L’abbiamo contattata per capire meglio il suo pensiero sullo sportello che il Comune vuole attivare suscitando molte polemiche e che sarà gestito dalla Dimora d’Abramo. Questo è quello che ci ha detto.
La signora Gilarska, che lavora in un esercizio pubblico in città, racconta: “Abbiamo avuto due furti: uno il 31 dicembre e l’altro dopo 30 giorni. Nel secondo hanno fatto parecchi danni, rompendo la vetrata. Ci siamo rimasti male perché la polizia, quando viene, non fa nulla. Non hanno preso nemmeno le impronte. Però, poi, parlando con loro, abbiamo capito che hanno le mani legate, perché se prendono uno che combina qualcosa poi i giudici lo liberano. La polizia, a mio parere, dovrebbe avere più potere in Italia”.
La signora Gilarska, che non ha mai preso la cittadinanza italiana, anche se avrebbe potuto, aggiunge: “Quando sono venuta in Italia 30 anni fa ero anche io extracomunitaria, ma ho sempre incontrato persone che mi hanno dato una mano per affittare la casa o trovare lavoro. Gli italiani non sono né buoni, né cattivi. Sono come tutti gli altri popoli. Dipende da come ci comportiamo noi. Il fatto è che, tra furti e macchine rovinate, i reggiani non si sentono più protetti. Comunque di quello sportello non ce n’è bisogno: non credo che i reggiani siano razzisti. Conosco ragazzi cinesi e marocchini che si sono integrati bene con gli italiani, rispettando le regole”.
A parere della signora Gilarska serve più uno sportello per salvare i reggiani dai furti e dalle rapine. Aggiunge: “Io ho paura per tutte queste persone che entrano in Italia e non sono controllate. Se uno non lavora e non ha i soldi, delinque. Io sono 30 anni che sono qui e ho notato un peggioramento. Nei primi anni Novanta andavo in Caserma Zucchi e camminavo senza paura. Ora sono tornata là per accompagnare mia figlia. Mentre la aspettavo, mi sono seduta al parco, ai giardini pubblici, per leggere un libro. Arrivavano delle persone che mi importunavano continuamente, chiedendomi soldi. Sono dovuta andare a leggere in chiesa per avere un po’ di tranquillità. Per non parlare di piazzale Europa. Reggio Emilia è peggiorata tanto”.