Editoriali

Sportelli antirazzisti e sportellate politiche

23 marzo 2025 | 15:23
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Sportelli antirazzisti e sportellate politiche

I reggiani non sono razzisti. Bisogna prendere atto che i fenomeni migratori vanno controllati e gestiti meglio rispetto a quello che si è fatto fino ad ora

REGGIO EMILIA – L’apertura di uno sportello antirazzista a Reggio ha scatenato un diluvio di polemiche da parte delle opposizioni. La domanda, mal posta a nostro parere, sarebbe questa: i reggiani sono razzisti? Se la risposta è no, allora questo sportello, per le opposizioni, è solo un modo per nascondere la polvere sotto al tappeto da parte del centrosinistra e non affrontare i reali problemi della città, semplicemente aprendo uno sportello per le lamentele.

Se la risposta è sì, allora lo sportello diventa un punto di partenza per cercare di risolvere tutta una serie di questioni che, certamente, hanno bisogno anche di approcci ben diversi. Oltre a tutto questo si è aggiunto un editoriale al vetriolo dal titolo “Quindi i razzisti saremmo noi”, contro l’assessore Mahmoud, definita “islamofemminista” da parte di un quotidiano on line locale. Editoriale in seguito al quale la giunta Massari e lo stesso sindaco sono scesi in campo per protestare contro il trattamento riservato al loro assessore.

Ma torniamo a noi. A nostro parere la domanda è posta male. I reggiani non sono razzisti. A nostro parere i reggiani, semplicemente, sono stanchi di vivere in una città in cui, purtroppo, ci sono troppi giovani immigrati che passano le loro giornate senza sapere cosa fare da mattina a sera, o perché sono in attesa di un permesso di soggiorno, o perché non lo hanno ottenuto e quindi sono irregolari

E’ chiaro che, in queste condizioni, l’unico modo per guadagnarsi da vivere è delinquere. Rubare, scippare, spaccare i finestrini delle auto, spacciare, fare risse e disturbare la quiete pubblica. Questo non ha nulla a che vedere con il razzismo, ma con l’ordine pubblico e con una politica dell’accoglienza fallimentare messa in campo dai vari governi che si sono susseguiti alla guida del Paese (con una limitata responsabilità delle amministrazioni locali che, purtroppo, sono oramai la discarica dei problemi che i nostri governi non riescono a gestire, ndr).

I reggiani, almeno quelli che conosciamo noi, non crediamo che si sognerebbero mai di criticare persone che hanno un colore diverso della pelle se si integrano, pure con le loro differenze di costumi e religiose, lavorano e contribuiscono al benessere di questa città. La creazione di uno sportello antirazzista, quindi, non è un problema perché non crediamo che si riempirà di segnalazioni significative. E’ uno strumento in più per non abbassare la guardia sul razzismo e quindi ben venga. Ma non risolve i problemi di questa città o di altre del nord Italia.

Serve, a nostro avviso, prendere atto che i fenomeni migratori vanno controllati e gestiti meglio rispetto a quello che si è fatto fino ad ora. Non si può, a nostro parere, fare attendere tempi lunghissimi, per i migranti, per ottenere un permesso di soggiorno dato che questo pone le base di una incertezza economica che può sfociare in comportamenti antisociali. Ci vogliono tempi più rapidi. Serve maggiore flessibilità nel dare i permessi di soggiorno e non solo per motivi legati alle guerre, ma anche per i migranti economici. Si deve investire maggiormente (cosa che non viene fatta) sulla integrazione mentre queste persone sono nei centri di accoglienza, insegnando la nostra lingua, i nostri costumi e, perché, no, anche formandoli per un futuro lavoro.

Serve, inoltre, investire sulla scuola e sul sociale per aiutare tutti quei giovani immigrati che, oggi, vivono in una condizione difficile, i cosiddetti “maranza”. Senza queste politiche, gestendo l’immigrazione come è avvenuto negli ultimi decenni, non c’è speranza e non ci sono altre alternative alle sportellate della politica e agli sportelli antirazzismo che sono una iniziativa lodevole, ma che, purtroppo, non risolvono i problemi che abbiamo appena evidenziato.