
Karin Silvi, di Coalizione civica: “La sua esistenza non significa che tutti i reggiani siano razzisti, così come la presenza di un centro antiviolenza non implica che in ogni casa si consumino abusi”
REGGIO EMILIA – Le critiche mosse da alcune forze di opposizione all’apertura dello Sportello Antirazzista mi lasciano sinceramente sbalordita. Si tratta di uno spazio di ascolto e supporto per chi subisce discriminazioni, non di un progetto faraonico finanziato con ingenti risorse pubbliche. È un’iniziativa che si affianca a servizi già esistenti, come quelli antiviolenza o antibullismo, e risponde a un bisogno reale.
L’esistenza di questo sportello non significa certo che tutti i reggiani siano razzisti, così come la presenza di un centro antiviolenza non implica che in ogni casa si consumino abusi. È sorprendente che si gridi alla censura: si sta forse sostenendo che dovrebbe essere lecito insultare qualcuno con espressioni come “sporc* ebreo”, “slavo ladro” o “torna a correre coi leoni”? Lo Sportello Antirazzista nasce proprio per dare supporto a chi, nel 2025, si sente ancora rivolgere queste frasi, pur essendo cittadino italiano, parlando il dialetto meglio di molti e contribuendo alla società con il proprio lavoro.
Sottolineo che offrire supporto a chi subisce discriminazioni non toglie diritti agli altri; al contrario, promuove una società più equa e rispettosa per tutti. Garantire i diritti di qualcuno non significa limitarli per altri: la giustizia e l’uguaglianza non sono risorse finite, ma valori che si rafforzano quando vengono difesi per tutti.
Oltretutto domando a questi partiti che si sono opposti, cosa toglie questo sportello alle loro istanze, sportello che contrariamente a quello che si cerca di far passare ai cittadini non è finanziato da soldi del Comune ma un servizio finanziato attraverso fondi specifici dell’Unione Europea, nell’ambito del progetto “Cities”, di cui il Comune di Reggio Emilia è capofila e la Fondazione Mondinsieme partner
Se questo servizio sarà poco utilizzato, sarà solo la conferma della capacità di accoglienza dei reggiani. Ma fino ad allora, è nostro dovere offrire un punto di riferimento a chi subisce discriminazioni. Non esistono cittadini di serie A e di serie B, e chi si richiama ai valori cristiani dovrebbe essere il primo a dimostrare accoglienza e comprensione verso il prossimo.
Sono certa che le nuove generazioni abbiano una visione molto chiara su questi temi e che, con il tempo, sportelli come questo diventeranno sempre meno necessari.
Karin Silvi-coalizione civica