Interventi

“Sportello antirazzista: le polemiche sono fuori luogo”

23 marzo 2025 | 13:10
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“Sportello antirazzista: le polemiche sono fuori luogo”

Karin Silvi, di Coalizione civica: “La sua esistenza non significa che tutti i reggiani siano razzisti, così come la presenza di un centro antiviolenza non implica che in ogni casa si consumino abusi”

REGGIO EMILIA Le critiche mosse da alcune forze di opposizione all’apertura dello Sportello Antirazzista mi lasciano sinceramente sbalordita. Si tratta di uno spazio di ascolto e supporto per chi subisce discriminazioni, non di un progetto faraonico finanziato con ingenti risorse pubbliche. È un’iniziativa che si affianca a servizi già esistenti, come quelli antiviolenza o antibullismo, e risponde a un bisogno reale.

L’esistenza di questo sportello non significa certo che tutti i reggiani siano razzisti, così come la presenza di un centro antiviolenza non implica che in ogni casa si consumino abusi. È sorprendente che si gridi alla censura: si sta forse sostenendo che dovrebbe essere lecito insultare qualcuno con espressioni come “sporc* ebreo”, “slavo ladro” o “torna a correre coi leoni”? Lo Sportello Antirazzista nasce proprio per dare supporto a chi, nel 2025, si sente ancora rivolgere queste frasi, pur essendo cittadino italiano, parlando il dialetto meglio di molti e contribuendo alla società con il proprio lavoro.

Sottolineo che offrire supporto a chi subisce discriminazioni non toglie diritti agli altri; al contrario, promuove una società più equa e rispettosa per tutti. Garantire i diritti di qualcuno non significa limitarli per altri: la giustizia e l’uguaglianza non sono risorse finite, ma valori che si rafforzano quando vengono difesi per tutti.

Oltretutto domando a questi partiti che si sono opposti, cosa toglie questo sportello alle loro istanze, sportello che contrariamente a quello che si cerca di far passare ai cittadini non è finanziato da soldi del Comune ma un servizio finanziato attraverso fondi specifici dell’Unione Europea, nell’ambito del progetto “Cities”, di cui il Comune di Reggio Emilia è capofila e la Fondazione Mondinsieme partner

Se questo servizio sarà poco utilizzato, sarà solo la conferma della capacità di accoglienza dei reggiani. Ma fino ad allora, è nostro dovere offrire un punto di riferimento a chi subisce discriminazioni. Non esistono cittadini di serie A e di serie B, e chi si richiama ai valori cristiani dovrebbe essere il primo a dimostrare accoglienza e comprensione verso il prossimo.

Sono certa che le nuove generazioni abbiano una visione molto chiara su questi temi e che, con il tempo, sportelli come questo diventeranno sempre meno necessari.

Karin Silvi-coalizione civica