“Antifascisti allora, antifascisti sempre”, Reggio Emilia celebra l’80° anniversario della Liberazione

In migliaia al corteo del 25 Aprile. Il sindaco Massari, Berizzi e Fiaccadori ricordano il valore della Resistenza tra memoria storica e attualità
REGGIO EMILIA – Il 25 aprile è stato celebrato con un grande corteo e un’importante cerimonia a Reggio Emilia, città medaglia d’oro al valore militare per la Resistenza. Migliaia di persone hanno preso parte alla commemorazione dell’80° anniversario della Liberazione, che ha avuto luogo in una giornata caratterizzata da forti emozioni e riflessioni sulla memoria storica e le sfide contemporanee.
La giornata è iniziata alle 10,15 con una messa celebrata dall’arcivescovo monsignor Giacomo Morandi nella Basilica della Ghiara, in suffragio dei caduti della Resistenza. Fuori dalla chiesa, il corteo ha preso il via con la partecipazione di numerose associazioni, tra cui “Donne in nero” e “Mondoinsieme”, e organizzazioni sindacali, con la CGIL in prima fila. La Filarmonica Città del Tricolore ha accompagnato il corteo con le note di “Bella Ciao”, suonando per le strade del centro di Reggio.
A guidare la cerimonia, il sindaco Marco Massari, che per la sua prima celebrazione del 25 aprile da primo cittadino ha concluso il suo intervento con un messaggio forte e chiaro: “Antifascisti allora, antifascisti sempre”. Massari ha ricordato come la Liberazione dal nazifascismo abbia gettato le basi per la Repubblica democratica e per la Costituzione, sottolineando l’importanza della memoria storica in un contesto globale segnato da conflitti, come la guerra in Ucraina e il massacro a Gaza. Il sindaco ha anche condannato la manifestazione di estrema destra tenutasi a Reggio Emilia lo scorso 30 marzo, ribadendo che la “Reggio democratica” non accoglie il fascismo.

Il presidente dell’ANPI, Ermete Fiaccadori, ha espresso la sua preoccupazione per la situazione internazionale, definendo il 25 aprile una giornata di pace e liberazione, ma anche un momento di riflessione sul futuro: “Oggi, dopo anni di pace, siamo di nuovo testimoni di una guerra sanguinosa in Europa e di un conflitto senza fine in Medioriente»”, ha dichiarato Fiaccadori, sottolineando l’importanza di un appello globale per un cessate il fuoco.
Ospite d’onore della giornata è stato il giornalista e scrittore Paolo Berizzi, noto per le sue inchieste sui movimenti dell’estrema destra italiana. Berizzi ha lanciato un durissimo attacco contro le forze politiche che oggi cercano di distorcere il significato del 25 aprile, ricordando che “per chi è figlio di Salò, il 25 aprile è sempre stato un giorno di lutto”. Il giornalista ha poi ribadito che il 25 aprile è “la festa della democrazia italiana”, celebrando la sconfitta della dittatura fascista e la vittoria della libertà.
Infine, Berizzi ha citato le parole di Piero Calamandrei, esortando i giovani a ricordare dove è nata la Costituzione, “nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati”. Il suo intervento ha infiammato la folla, che ha applaudito entusiasta mentre in sottofondo risuonavano le note dell’Inno di Mameli e di “Bella Ciao”.