Casa Cervi, la festa dei record: in 25mila a festeggiare la Liberazione

La presidente Soliani: “La bussola è sempre quella: il 25 Aprile”. Berizzi: “Qualcuno confonde la sobrietà con il revisionismo”
GATTATICO (Reggio Emilia) – Oltre 25mila persone, record assoluto nella storia di questo raduno, hanno affollato i Campi Rossi di Casa Cervi per festeggiare l’ottantesimo anniversario della Liberazione. Famiglie con bambini, giovani coppie, persone di mezza età anziani: è un popolo eterogeneo quello che si è riunito per mangiare, bere e ascoltare musica. Dal palco si poteva scorgere qualche bandiera della Palestina, quella italiana, la bandiera della pace e l’immancabile effigie di Che Guevara.
Sono stati numerosi i momenti in cui la conduttrice, ma anche Albertina Soliani, presidente dell’istituto Cervi, hanno voluto ricordare la morte di Papa Francesco. C’è stato anche un minuto di silenzio, rotto per un attimo da qualche coro a favore della Palestina. Una persona, poco prima, aveva urlato, “siamo uno stato laico”, ma sono stati subito zittiti. A parte questo è stata veramente una giornata all’insegna della sobrietà, come voluto dal governo, in cui il popolo dei Campirossi ha celebrato con pacatezza e orgoglio, come sempre, il 25 Aprile.

Sul palco hanno parlato il presidente della Regione, Michele De Pascale, il sindaco di Reggio Emilia, Marco Massari, il sindaco di Campegine, Alessandro Spanò, quello di Gattatico, Daniele Finucci, quello di Parma, Michele Guerra, Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Cervi e Giorgio Zanni, presidente della Provincia.
Non hanno voluto mancare Stefano Bonaccini, europarlamentare Pd, Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura. Sono intervenuti anche i giornalisti Gad Lerner e Paolo Berizzi e il segretario della Cgil, Cristian Sesena. Sul palco la musica di Bandabardò, Cisco, 99 Posse e Vinicio Capossela.
Abbiamo intervistato alcuni dei protagonisti prima che salissero sul palco.
Massari: “Sobrietà? Il 25 Aprile non è una festa di carnevale”
Marco Massari, sindaco di Reggio Emilia, ha detto: “E’ una giornata che ha un valore molto importante, perché siamo in un momento complicato e delicato a livello internazionale, in cui è importante ribadire quali sono i valori del 25 Aprile e della nostra Costituzione”.

Relativamente all’invito alla sobrietà rivolto dal governo, il primo cittadino ha aggiunto: “Mi sembra veramente un’uscita fuori luogo. Non c’era bisogno assolutamente di dare questa raccomandazione a chi organizza queste feste. Nessuno ha mai organizzato il 25 Aprile, come se fosse una festa di carnevale. L’ho trovato quasi offensivo”. Sul fatto che il Comune di Reggio, a differenza di Casa Cervi, abbia cancellato dei concerti, Massari ha concluso: “Sono state proclamate cinque giornate di lutto nazionale. Lo abbiamo fatto per rispetto della comunità cattolica e di tutta la nostra cittadinanza che vede in Papa Francesco un punto di riferimento”.
Bonaccini: “Noi siamo sobri, ma il problema è che quelli come Musumeci qui non vengono mai”
L’europarlamentare del Pd Stefano Bonaccini ha aggiunto: “Sono venuto qui, come faccio ogni anno a casa Cervi, per celebrare appunto la lotta e la Liberazione dal regime assassino nazifascista. L’ho detto ieri al ministro Musumeci. Lui e altri di destra hanno chiesto sobrietà. Noi siamo qui, sobri come ogni anno, ma il problema è che loro, ancora una volta, sono vergognosamente assenti. Ma questa è una festa e una giornata che dovrebbe accumulare tutti gli italiani che hanno a cuore i valori di pace, libertà e democrazia”.

La Soliani: “La bussola è sempre quella: il 25 Aprile”
Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Cervi, dice: “Dobbiamo pensare a cosa ha voluto dire la Liberazione da quell’orrore di 80 anni fa. Allora c’era davanti la vita, il futuro, il mondo e c’era gioia. C’era, soprattutto, un’idea di umanità, perché si erano viste cose terribili. Quel sogno, per realizzarsi, ha bisogno della buona volontà di tanti. Ha bisogno della politica e della democrazia. Oggi il mondo si sta sconvolgendo e i tavoli vengono rovesciati. Le tavole della legge vengono rotte. Beh, allora la gente torna a pensare: quale deve essere la bussola? La bussola è questa qua: la Liberazione, il 25 Aprile, la Resistenza, la pace”.
De Pascale: “E’ nostro dovere coltivare la memoria”
Di fianco a lei c’è il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, che aggiunge: “Questa è la festa in cui celebriamo il ritorno della democrazia e della libertà nel nostro paese, la fine di una guerra tragica e di un ventennio di umiliazioni e di frustrazioni che il fascismo aveva portato in Italia. Questo anniversario mi fa anche un po’ paura, perché penso che tanti giovani non hanno più l’opportunità di avere una testimonianza e la memoria diretta di quanto è avvenuto. Quindi è nostro dovere coltivare la memoria. Dobbiamo pensare alla capacità che ebbero quei giovanissimi ragazzi di battersi per la libertà, quando non sapevano nemmeno cosa fosse, perché erano nati sotto la dittatura e non conoscevano altro. Questo ci dice che la libertà è qualcosa di insito negli uomini e le donne, di ogni epoca e di ogni tempo”.

Berizzi: “Qualcuno confonde la sobrietà con il revisionismo”
Infine ha parlato Paolo Berizzi, inviato di Repubblica, che ha concluso: “Qualcuno sta confondendo la sobrietà con il revisionismo. Cioè questa non è sobrietà, ma puro revisionismo, calato dall’alto con un diktat. L’hanno chiamato consiglio e suggerimento, ma io lo chiamo diktat, perché il ministro Musumeci è un ex missino. Uno che ha la passione per i gerarchi fascisti a cui ha dedicato anche delle pubblicazioni”.