
Dal 24 aprile all’8 giugno, Reggio Emilia torna ad osservare i cambiamenti della contemporaneità attraverso gli occhi di grandi fotografi e di giovani esordienti
REGGIO EMILIA – Dal 24 aprile all’8 giugno Reggio Emilia torna ad osservare i cambiamenti della contemporaneità attraverso gli occhi di grandi fotografi e di giovani esordienti con la XX edizione di Fotografia europea, il festival promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani e dal Comune di Reggio Emilia, con il contributo della Regione Emilia-Romagna.
“Avere vent’anni” è il tema scelto dalla direzione artistica del Festival composta da Tim Clark (editor 1000 Words), Walter Guadagnini (storico della fotografia e Direttore di Camera- Centro Italiano per la Fotografia) e Luce Lebart (ricercatrice e curatrice, Archive of Modern Conflict).
Quante volte capita, da adulti, di dire “avessi di nuovo vent’anni…”. Una frase, un modo di dire per ritrarsi idealmente dalle responsabilità e dai pesi dell’età matura, per tornare a bagnarsi nelle acque della giovinezza e della leggerezza, in un tempo in cui tutto è ancora una magnifica possibilità e il futuro è ancora interamente da scrivere.
Ma cosa vuol dire per un giovane, oggi, avere vent’anni? È un’età di contraddizioni: si è adulti, ma spesso si vive ancora a casa dei genitori; si è connessi a tutto il mondo, ma la solitudine può essere schiacciante. Si affrontano aspettative immense, sia personali che sociali: trovare un lavoro soddisfacente, costruire relazioni significative, dare un senso alla propria esistenza, immaginare un mondo migliore, per sé stessi e per gli altri.
Fotografia Europea quest’anno ha voluto percorrere questo sentiero e fare un pezzo di strada con i ragazzi della Generazione Z, cresciuta in un’epoca dove il progresso tecnologico ha aperto infinite possibilità, ma anche inedite crisi cui far fronte, individualmente e collettivamente. Una generazione che sta riscoprendo l’importanza e la necessità di lottare per i propri diritti e per un futuro più equo. I progetti scelti parlano di questo e di molto altro ancora, portando all’attenzione storie inedite e particolari ma tutte innervate di quell’energia vitale immensa che ti porta a credere, almeno una volta nella vita, di poter cambiare il mondo.
Daido Moriyama, For Provoke #2, Tokyo, 1969
LE MOSTRE
Chiostri di San Pietro
Le sette sale del piano terra accoglieranno Daido Moriyama: A retrospective, un progetto a cura di Thyago Nogueira dell’Instituto Moreira Salles. Questa retrospettiva racconta il lavoro del celebre fotografo giapponese, che nei suoi sessant’anni di carriera ha documentato e esplorato la società giapponese del dopoguerra, trasformando radicalmente la percezione della fotografia. Con un approccio artistico all’avanguardia e visivamente potente, Daido Moriyama ha saputo raccontare il divario tra l’antica tradizione giapponese e l’occidentalizzazione accelerata seguita all’occupazione militare statunitense.
Leggenda vivente della fotografia e pioniere della street photography, Moriyama arriva a Fotografia Europea, unica tappa in Italia, con una mostra che include non solo i suoi iconici scatti, ma anche rari libri fotografici, riviste e installazioni di grandi dimensioni, offrendo ai visitatori un’immersione totale nel suo mondo creativo.
Al primo piano, il fotografo britannico Andy Sewell presenta Slowly and Then All at Once, un progetto che esplora varie forme di potere e di protesta attraverso una sequenza di immagini articolate su più pannelli. Il ritmo narrativo e la fisicità delle riprese ravvicinate permettono ai visitatori di sentirsi coinvolti nel cuore delle proteste, stabilendo connessioni emotive con i protagonisti. In un contesto di crisi ecologica, disuguaglianze crescenti e risposte politiche inadeguate, il progetto invita a riflettere sull’impatto attuale del cambiamento climatico e sul futuro delle nuove generazioni.

Mal de Mer, di Claudio Majorana, è un viaggio nel delicato universo dell’adolescenza, un periodo in cui si affrontano per la prima volta questioni esistenziali che plasmano l’età adulta. Il progetto esplora il dolore come parte integrante della crescita, raccontando i pensieri e le emozioni di giovani immersi in paesaggi evocativi: campi estivi, foreste, cimiteri silenziosi e periferie di Vilnius, in Lituania.
La mostra You Don’t Die di Ghazal Golshiri e Marie Sumalla – rispettivamente giornalista iraniana e photo editor francese di Le Monde – racconta la storica rivolta iraniana scoppiata dopo la tragica morte di Mahsa Amini il 16 settembre 2022. La giovane, arrestata dalla polizia morale per non aver rispettato il rigido codice di abbigliamento della Repubblica Islamica, è deceduta a causa delle violenze subite, scatenando un’ondata di proteste contro il regime repressivo.
L’artista e fotografa britannica Vinca Petersen presenta Raves and Riots, una raccolta di scatti realizzati durante i suoi viaggi in tutta Europa, documentando lo stato d’animo di libertà totale che si percepisce partecipando a un rave, un raduno o una manifestazione. L’illegalità di questi eventi, unita alla loro tensione, genera quella che l’autrice definisce la “gioia sovversiva”.

In We Are Carver, la fotografa Jessica Ingram ci conduce all’interno della George Washington Carver High School di Columbus, in Georgia, una delle più grandi strutture militari del mondo. Con un linguaggio documentario diretto ed essenziale, il progetto segue il percorso degli studenti cadetti, catturando speranze e paure di una generazione pronta a plasmare il proprio futuro.
Nel grande corridoio centrale dei Chiostri, al primo piano, Thaddé Comar espone How Was Your Dream?, un’indagine sulle nuove forme di manifestazione e insurrezione nell’era della sorveglianza digitale. In particolare, il progetto analizza le proteste di Hong Kong, dove i manifestanti, per proteggere la propria identità, hanno sviluppato strategie ingegnose come l’uso di maschere e accessori, delineando un’interessante evoluzione verso un’individualità collettiva.
Control Refresh, della giovane fotografa russa Toma Gerzha, esplora la vita e l’ambiente della Generazione Z in Russia e nell’Europa orientale, influenzati dalle tradizioni, dai social media e dalla politica. Il progetto, interrotto dall’invasione russa dell’Ucraina, è stato ripreso per includere i cambiamenti radicali imposti dalla guerra.
La fotografa Kido Mafon documenta la frenetica vita notturna di Tokyo con IFUCKTOKYO – DUAL MAIN CHARACTER. Utilizzando una Contax G1 e scattando su pellicola, Mafon esplora la metropoli dopo il tramonto, catturando la sua scena underground in continua evoluzione.

Infine, Frammenti di Karla Hiraldo Voleau si ispira al documentario Comizi d’Amore (1964) di Pier Paolo Pasolini per esplorare e documentare le relazioni della Generazione Z in Italia. Attraverso interviste e ritratti fotografici, il progetto affronta temi come le relazioni affettive, l’impatto dei social media e il femminismo, ponendo particolare attenzione alle dinamiche sentimentali attuali e future.
Palazzo da Mosto
Nella sede di Palazzo da Mosto trovano posto una serie di progetti che caratterizzano il festival e questa edizione in particolare, quindi: la committenza di Fotografia Europea, la mostra dedicata ai libri fotografici, i due progetti vincitori della Open Call, la collettiva dello Speciale Dicottoventicinque e quella di WeWorld e infine una mostra realizzata in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Beirut.
La produzione di Fotografia Europea 2025 sarà realizzata da Federica Sasso e si concentra, con il progetto intitolato Intangibili, sulla vita dei giovani caregiver nel territorio di Reggio Emilia. Si tratta di ragazzi e ragazze tra i 18 e i 30 anni che dedicano una parte importante del loro tempo alla cura di familiari, spesso sacrificando parte della loro giovinezza. Secondo studi di settore, molti giovani caregiver non si rendono conto di essere a tutti gli effetti dei prestatori di cure; vivono la loro situazione come un impegno inevitabile e imprescindibile, occupandosi delle necessità quotidiane per garantire il benessere dei loro cari. Attraverso un delicato percorso di avvicinamento, Sasso è entrata in contatto con questi ragazzi e ragazze alla ricerca di pattern e differenze, per tracciare un ritratto complesso che unisce le specificità di un’età segnata da grandi cambiamenti e energie, con la consapevolezza di un ruolo di cura che spesso non viene né riconosciuto né valorizzato, ma che implica sacrifici, resilienza e responsabilità. Il progetto è in collaborazione con Area Cura della Comunità e della città sostenibile del Comune di Reggio Emilia “Progetto Giovani e Cura” e FCR – Farmacie Comunali Riunite.

Anche quest’anno Palazzo da Mosto ospita un’importante esposizione di libri fotografici provenienti da tutto il mondo. Fluorescent Adolescent, a cura di Francesco Colombelli, esplora l’adolescenza in quanto periodo complesso e decisivo della vita, nelle sue sfumature e contraddizioni. Sebbene i libri raccontino storie radicate in culture e contesti differenti, le emozioni e le esperienze legate al percorso di crescita sono al tempo stesso universali e vissute in modi unici e irripetibili.
I progetti selezionati dalla giuria della Open Call, tra gli oltre 200 lavori di artisti e curatori che vi hanno partecipato, sono quelli di Michele Borzoni e Rocco Rorandelli del collettivo TerraProject e Matylda Niżegorodcew.
Michele Borzoni e Rocco Rorandelli presentano Silent Spring, un progetto che indaga l’attivismo ambientale in Italia, Germania, Portogallo, Belgio, Francia, Svizzera e Austria, mettendo in luce il crescente conflitto tra gli attivisti e i governi occidentali. Mentre questi ultimi trattano l’ambiente come una mera merce da sfruttare, le giovani generazioni, in particolare quelle appena entrate nell’età adulta, si ribellano, trovando nella lotta per la difesa del pianeta un nuovo e urgente terreno di espressione, un modo per incanalare le proprie frustrazioni nei confronti di un sistema che le ha deluse. Per questi giovani attivisti, la difesa dell’ambiente è diventata un potente mezzo per reclamare il proprio futuro e far sentire la propria voce.
Le fotografie di Matylda Niżegorodcew esplorano i temi dell’identità, della vulnerabilità umana e delle relazioni, alla ricerca di risposte a domande esistenziali. Gli scatti di Octopus’s Diary sono la testimonianza di un legame strettissimo che l’artista crea con i soggetti, abbracciandoli con i suoi tentacoli e rendendoli parte intrinseca del suo processo creativo. Attraverso la sua sensibilità, fa sparire la propria identità e si appropria per 48 ore della vita altrui, nell’assurda, paradossale esperienza di sentirsi qualcun altro e riuscire infine a vivere appieno la propria vita.

Lo Speciale Diciottoventicinque, il progetto formativo di Fotografia Europea, torna con la quattordicesima edizione per accompagnare i giovani amanti della fotografia in un percorso che permette di imparare, condividere e confrontarsi con il mondo dell’arte fotografica, creando un vero progetto espositivo collettivo. Il duo artistico composto da Camilla Marrese e Gabriele Chiapparini guiderà il gruppo in una serie di incontri in presenza per indagare il tema di “Avere vent’anni” attraverso il rapporto tra fotografia e testo e creare un progetto capace di raccontare una storia mantenendo nel contempo l’ambiguità e la mutevolezza tipiche della fotografia.
Il progetto fotografico Women See Many Things raccoglie gli sguardi di oltre 30 giovani donne del Kenya, Tanzania e Mozambico, in cui ambizioni e inquietudini comuni caratterizzano gli abitanti di questa zona di confine (la Swahili Coast) tra i venti e i trent’anni. Qui WeWorld – organizzazione no profit italiana indipendente attiva in 26 Paesi – ha realizzato tre workshop di fotografia partecipativa nei mesi di febbraio e marzo 2024, diretti da Myriam Meloni e condotti da Halima Gongo (Kenya), Gertrude Malizeni (Tanzania) e Nelsa Guambe (Mozambico). Da queste attività di fotografia partecipativa nascono gli scatti di Women See Many Things, progetto condotto nell’ambito di Kujenga Amani Pamoja (Costruire la pace insieme) e cofinanziato dall’Unione Europea. Le immagini realizzate durante i workshop verranno allestite in esterna presso la sede dell’Università di Modena e Reggio Emilia in viale Allegri, mentre a Palazzo Da Mosto troverà spazio il racconto del progetto e del processo creativo che ha portato agli scatti.

La mostra Electric Whispers di Rä di Martino, a cura di Maria Rosa Sossai, esamina l’importanza del ruolo dei luoghi di aggregazione e d’incontro per i giovani che vivono in Libano, in un periodo drammatico, caratterizzato dall’acuirsi di conflitti che sembrano occupare nuovamente la vita quotidiana di questa terra e della sua popolazione. A partire dal 2023, l’artista si è avvicinata al mondo giovanile per studiare quali fossero i luoghi di incontro sia virtuali che fisici. Electric Whispers è una mostra progettata per l’Istituto Italiano di Cultura di Beirut.
Palazzo dei musei
A Palazzo dei musei, trova spazio la mostra Luigi Ghirri. Lezioni di fotografia (titolo provvisorio) a cura di Ilaria Campioli, che parte dalle lezioni di fotografia che Luigi Ghirri tiene all’Università del Progetto di Reggio Emilia fra il 1989 e il 1990. Poco incentrate sulla parte di insegnamento “tecnico” del medium, le lezioni sono per Ghirri l’occasione per ripercorrere la propria produzione ed affrontare tematiche a lui care, oltre ad approfondire la storia stessa della fotografia, presentata e inserita dall’autore nel contesto più ampio della storia delle immagini. Nel 2010 le lezioni sono riunite da Paolo Barbaro e Giulio Bizzarri in un volume, edito da Quodlibet, che diventa da lì a poco un nuovo ed importante punto d’accesso per l’opera di Ghirri, oltre che un riferimento per le nuove generazioni di artisti. La mostra è occasione per restituire le lezioni in una nuova chiave, grazie al coinvolgimento degli artisti Luca Capuano e Stefano Graziani e alla collaborazione di un gruppo di studenti di ISIA Urbino.
Un modo per riflettere sulle intenzioni e sulla poetica degli esercizi contenuti nelle lezioni di fotografia e, più in generale, sulla loro pratica e sul loro valore. Contestualmente, l’esposizione è anche occasione per riflettere sugli utilizzi del medium. Dalla sua invenzione, infatti, la fotografia è stata utilizzata come dispositivo privilegiato per l’insegnamento di numerose discipline, in particolare quelle artistiche. Ed è proprio nel campo dell’insegnamento, dove l’aspetto relativo alla riproduzione e alla trascrizione è centrale, che emerge quella che Monica Maffioli definisce la “doppia vita” della fotografia, in grado di mettere in evidenza quelle che sono le sue caratteristiche “autoriali, materiche, ambigue e perturbanti”. Mostra promossa dal Comune di Reggio Emilia (Musei Civici, Biblioteca Panizzi) in collaborazione con Eredi Luigi Ghirri e ISIA Urbino.

Palazzo dei Musei ospita, inoltre, la 12esima edizione di Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri, l’open call promossa dal Comune di Reggio Emilia, in partnership con alcuni festival internazionali, dedicata alla valorizzazione dei talenti della fotografia under 35 in Italia. Una giuria internazionale ha selezionato i sette progetti che esporranno nella collettiva Unire/Bridging, a cura di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi. Si tratta di Daniele Cimaglia e Giuseppe Odore con La Dote di Latera, Rosa Lacavalla con La Festa dell’Equatore, Sara Lepore con Ingrediente pentru un tort de miere, cu dragoste, Grace Martella con Memorie del transitare, Erdiola Kanda Mustafaj con Pasqyra e Lëndës (Sommario), Serena Radicioli con Non sei più tornato e Davide Sartori con The Shape of our Eyes, Other Things I Wouldn’t Know. Unire/Bridging invita a una riflessione su come le immagini possano agire da “ponti” e svolgere una funzione di collegamento, di avvicinamento, di dialogo e anche di cura nei confronti del mondo esterno.
Non solo tra il fotografo e il soggetto, ma anche tra l’immagine e lo spettatore, per diventare un luogo e uno spazio di solidarietà. Gli artisti finalisti si contenderanno il prestigioso Premio Luigi Ghirri del valore di 4.000 euro oltre ad altri importanti riconoscimenti quali la menzione Nuove Traiettorie. GFI a Stoccolma, promossa in collaborazione con l’IIC di Stoccolma, che offre la possibilità, ad un artista selezionato, di vivere un periodo di studio e ricerca durante il quale dovrà sviluppare un progetto artistico che verrà poi esposto in una mostra curata dallo stesso Istituto. Infine, uno dei finalisti avrà l’opportunità di ricevere una borsa di studio per partecipare al programma di letture portfolio Photo-Match di Fotofestiwal Łódź. Giovane Fotografia Italiana #12 | Premio Luigi Ghirri è realizzata con il contributo di Reire srl e la sponsorizzazione di Gruppo Giovani Imprenditori Unindustria Reggio Emilia.

Biblioteca Panizzi
La fototeca della Biblioteca Panizzi partecipa all’edizione del 2025 con la mostra Attraverso la luce a cura di Monica Leoni e Elisabeth Sciarretta, con Laura Gasparini. L’esposizione raccoglie fotografie, documenti e incisioni che riguardano i primi 20 anni della storia della fotografia nelle collezioni della Fototeca, giunti in Biblioteca tramite donazioni e acquisizioni, conservate con lo scopo di documentare la storia delle tecniche fotografiche. Il percorso espositivo presenta rari esempi di fotografie su carta salata, numerosi dagherrotipi delle collezioni Mandarino e Davoli, insieme alla prestigiosa collezione di Michael G. Jacob; un focus sarà dedicato ai preziosi astucci che custodiscono e conservano questi oggetti unici.
Inoltre, saranno esposti documenti che testimoniano la diffusione della fotografia nello Stato Estense, dove la nuova tecnologia arrivò pochi anni dopo che L.J.M. Daguerre rese pubblica la prima immagine catturata dalla macchina Daguerreotype, nel 1839. Una narrazione che porterà il visitatore indietro nel tempo, agli anni pionieristici della sperimentazione scientifica attraverso la luce, la chimica e la trasformazione di materiali, quali l’argento, per arrivare all’arte del ritratto e del paesaggio di quell’oggetto di culto che è stata la fotografia delle origini.
Spazio Gerra
Lo Spazio Gerra propone la mostra Volpe Laila Slim e gli altri. Resistere a vent’anni, curata da Stefania Carretti, Lorenzo Immovilli ed Erika Profumieri per Spazio Gerra e da Massimo Storchi (storico) e Marco Cerri (sociologo) per Istoreco. L’esposizione, che si espande idealmente sulla piazzetta antistante lo Spazio Gerra e sul porticato dell’Isolato San Rocco, fino a Piazza della Vittoria, si propone di esplorare la complessità dell’esperienza dei giovani partigiani durante la Resistenza italiana, nel contesto dell’80° anniversario della Liberazione.
Attraverso una serie di sezioni tematiche, la mostra illustra la vita quotidiana, le sfide, l’emancipazione di genere, le scelte etiche e il contesto ambientale in cui questi giovani hanno operato, riflettendo sul significato di avere vent’anni in un’epoca di conflitto. Le storie di Volpe (Francesco Bertacchini, 1926-2024), Laila (Anita Malavasi, 1921-2011), Slim (Luciano Fornaciari, 1925-1944) e di tanti ventenni che con i loro eloquenti nomi di battaglia hanno partecipato alla Resistenza offrono una comprensione più profonda e personale del significato di ribellarsi e lottare per la libertà. Accanto alle fotografie storiche provenienti dalla fototeca di Istoreco e a documenti originali, diari, lettere e manifesti dell’epoca, l’esposizione si avvale del contributo di cinque artisti e fotografi chiamati a fornire un’interpretazione visiva contemporanea dei valori e dei temi dischiusi dai documenti d’archivio: Alessandro Bartoli, Marco Belletti, Lorenzo Falletti, Alessia Leporati e Andrea Sciascia portano uno spaccato di cosa significhi resistere oggi per la GenZ.

Collezione Maramotti
Collegata al festival è la proposta della Collezione Maramotti che presenta This Body Made of Stardust, ampia esposizione personale di Viviane Sassen composta da oltre cinquanta fotografie e un’opera video realizzate dal 2005 al 2025, alle quali si aggiungono alcuni nuovi lavori ideati specificamente per questa occasione. La mostra costituisce la più estesa presentazione del lavoro di Sassen in Italia fino ad oggi ed è curata dall’artista stessa. Riuniti intorno al concetto e all’iconografia del memento mori, gli scatti esposti tracciano ramificate traiettorie sulle infinite possibilità e sfumature della vita, feconda, intensa e traboccante quanto intrinsecamente fragile: (astrazioni di) corpi umani, paesaggi, polvere, terra, materie organiche divengono simboli e ricorrenti promemoria della morte – inevitabile passaggio di trasformazione del vivente. Sassen ci invita a entrare nel suo universo poliedrico, onirico e seducente, intriso di Surrealismo – qui in dialogo con alcune sculture della Collezione Maramotti. Intimamente legata alle arti plastiche, Sassen si definisce anche scultrice: plasma la luce, e ancor più l’ombra, giungendo a introdurre nella propria pratica anche pittura, inchiostri e collage, con cui imprime una dimensione ulteriore all’immagine fotografica.
Si è appena conclusa la quarta edizione di FE+SK Book Award, il premio dedicato al libro fotografico, ideato da Fotografia Europea insieme a Skinnerboox – casa editrice di Jesi (AN) specializzata in fotografia contemporanea. Tra le oltre 200 candidature pervenute, la giuria – composta da Chiara Capodici, Tim Clark e Milo Montelli – ha scelto il progetto “The Attachment Theory” di Iacopo Papucci.
Appuntamenti
Come ogni anno, il Festival è arricchito da un calendario di appuntamenti che accompagnerà i visitatori dalle giornate inaugurali – 24, 25, 26 e 27 aprile – fino all’8 giugno: conferenze, incontri con gli artisti, presentazione di libri, book signing, letture portfolio, workshop, una bookfair dedicata agli editori indipendenti e spettacoli. Tutti questi eventi sono pensati per alimentare un confronto culturale che, partendo dalla fotografia, affronta anche temi trasversali, coinvolgendo un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo, che sa di trovare a Reggio Emilia il meglio di ciò che la fotografia contemporanea produce e propone.
In programma, oltre agli incontri con gli artisti, sono previsti anche concerti e momenti di confronto con ospiti con cui approfondire il tema di questa edizione, come quello del 26 aprile con gli scrittori Silvia Ballestra e Andrea Canobbio – protagonisti del progetto “Under 25” di Pier Vittorio Tondelli – e quello del 27 aprile con la editor e scrittrice Giulia Caminito, entrambi condotti da Loredana Lipperini.
Imperdibile, poi, la performance del 26 aprile “Semplicemente Frida in tour” in cui la ventenne pianista Frida Bollani Magoni, affiancata da Mark Glentworth, sarà in dialogo, al Teatro Cavallerizza, con il rapper e produttore discografico Frankie hi-nrg mc. A moderare l’incontro sarà Nicolas Ballario.
Il 30 aprile, in collaborazione con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (Dipartimento di Comunicazione ed Economia), Ruggero Eugeni, Marzia Morteo e Paolo Magaudda rifletteranno insieme a diversi ospiti sui vent’anni di YouTube e le nuove immagini algoritmiche.
L’8 maggio, a cura di Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), si terrà il convegno Avere vent’anni. Comunicazione responsabile e nuove generazioni, un’occasione in cui i professionisti della comunicazione rifletteranno sul valore delle parole nell’era digitale.
Infine, il 31 maggio, in collaborazione con la Biblioteca Panizzi e con il Patrocinio dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e dell’Università degli Studi di Parma, coordinato da Gino Ruozzi e Diego Varini, si terrà una giornata di studi dedicata a Giorgio Messori e alle sue relazioni con scrittori e fotografi, Gianni Celati e Luigi Ghirri in particolare.
Circuito Off
Il Circuito Off – l’evento collettivo e indipendente che arricchisce il Festival con una serie innumerevole di mostre diffuse in tutto il territorio cittadino – presenta progetti di fotografi professionisti accanto a giovani alle prime esperienze, appassionati e associazioni che dovranno misurarsi con il tema “Avere vent’anni” esponendo i propri scatti in negozi, ristoranti, studi, cortili e case private, sedi storiche, gallerie d’arte. Parte di questo circuito è anche il progetto OFF@school che coinvolge le scuole di tutta la provincia di Reggio Emilia. Il 3 maggio è la serata dedicata al Circuito Off e nel corso di questo evento sarà decretato il vincitore del premio Max Spreafico, cui sarà data l’opportunità di produrre una nuova mostra ed esporla durante la prossima edizione di Fotografia Europea, nel 2026.
Informazioni
Orari
CHIOSTRI DI SAN PIETRO | PALAZZO DA MOSTO | SPAZIO GERRA
Giornate inaugurali:
- 24 aprile › 19:00 – 23:00
- 25 aprile › 10:00 – 23:00
- 26 aprile › 10:00 – 23:00
- 27 aprile › 10:00 – 20:00
Dal 1° maggio all’8 giugno:
- 1 maggio | 2 giugno › 10:00 – 20:00
- Giovedì › 10:00 – 13:00 e 15:00 – 20:00
- Venerdì | Sabato | Domenica › 10:00 – 20:00
BIBLIOTECA PANIZZI
Giornate inaugurali:
- 24 aprile › 9:00 – 23:00
- 26 aprile › 9:00 – 23:00
- 27 aprile › 9:15 – 14:15
Dal 27 aprile al 5 luglio:
- Dal lunedì al sabato › 9:00 – 19:00
PALAZZO DEI MUSEI
Orari in corso di definizione
COLLEZIONE MARAMOTTI
Dal 27 aprile al 27 luglio:
- Giovedì | Venerdì › 14:30 – 18:30
- Sabato | Domenica › 10:30 – 18:30
Biglietti
Presto acquistabili sul sito www.fotografiaeuropea.it o presso la biglietteria del Festival ai Chiostri di San Pietro (via Emilia 44/c).
Biglietto festival:
- Intero: 20€
- Ridotto: 18€
- Studenti (11-26 anni): 15€
- Famiglia: da 25€
Informazioni
Tel: 0522 444446 | Email: info@fotografiaeuropea.it | Sito: www.fotografiaeuropea.it