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La Reggiana perde con il Pisa ed esce fra i fischi dello stadio

12 aprile 2025 | 18:29
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La Reggiana perde con il Pisa ed esce fra i fischi dello stadio

Terza sconfitta consecutiva per i granata che perdono due a zero e ora sono penultimi in classifica

REGGIO EMILIA – Ancora una volta, dal cuore stesso degli spalti, risuona l’amaro lamento del popolo granata: un coro di fischi e proteste che echeggia dal profondo delle ‘Teste Quadre’ e del ‘Gruppo Vandelli’, un grido di dolore che non lascia scampo al destino della squadra. È il triste epilogo di una terza sconfitta consecutiva che affonda come un colpo di spada nel petto di chi, con passione incrollabile, ha atteso invano segnali di riscatto. I primi quindici minuti avevano alimentato brevemente la speranza, come un raggio di sole che sfiora le nuvole. Ma, nel volgere di un attimo, la partita si trasforma in un lento e inesorabile declino, un tracollo che non risparmia alcuna speranza (Foto Bucaria).

La Reggiana, infatti, non è riuscita a reagire con vigore all’iniziale vantaggio del Pisa, e la sua difesa, vacillante e distratta, ha ceduto sotto i colpi dell’avversario. A un cuore in frantumi, giungono altre note dolorose che pesano come macigni sulla già fragile speranza: l’infortunio di Portanova, il cui polso destro, gravemente compromesso, getta ombre nere sul suo futuro. Non basta: le ammonizioni inflitte a Girma e Bardi, che li escluderanno dalla prossima, cruciale sfida contro il Brescia, sembrano siglare la fine di ogni resistenza. Mentre la partita si conclude nel disincanto, lo sguardo del pubblico si rivolge verso il basso della classifica generale, come un fiume che scorre lento ma inesorabile verso il suo destino finale: Sudtirol 35, Sampdoria 33, Salernitana 33, Reggiana 32, Cosenza 27.

La luce di una salvezza sembra ormai sfuggire, come il filo di speranza che, sempre più sottilmente, sfuma nell’oblio. E tra le grida di disperazione e gli sguardi vacui di chi non può più credere, il popolo reggiano assiste impotente alla fine di una stagione che, purtroppo, si sta consumando come cenere al vento. In sala stampa queste le parole di mister Dionigi: “Nonostante il gol subito inizialmente, abbiamo cercato di reagire. Tuttavia, la seconda rete, arrivata in modo così banale, ha davvero segnato un colpo durissimo. Il Pisa è una squadra più forte di noi. Nel secondo tempo abbiamo avuto delle occasioni per segnare, ma avremmo anche potuto subire un altro gol. Sicuramente potevamo fare meglio e l’atteggiamento era evidente. Ora, per noi, il campionato inizia davvero. Ci aspettano cinque partite fondamentali, alla nostra portata, considerando che Cremonese e Pisa sono state squadre superiori. Vedo i giocatori impegnati e concentrati. Dobbiamo essere convinti di riuscire a salvarci”.

reggiana

Primo tempo
Allo scoccare del secondo giro di lancette si consuma il primo episodio d’intemperanza: Solbakken, in un impeto scomposto, abbatte con veemenza Portanova, costringendo l’arbitro a estrarre il cartellino giallo. Non passa un minuto che Sersanti si invola con vigore sulla corsia mancina, pennellando un traversone che va a infrangersi sul baluardo toscano Caracciolo; la sfera, deviata, carambola sui piedi di Girma che, da posizione privilegiata, manca clamorosamente l’appuntamento con la rete, spedendo il pallone oltre i cieli della traversa. Al decimo minuto, il Pisa si affaccia con insistenza nell’area avversaria: una rimessa laterale ben orchestrata conduce la sfera a Tramoni, il quale esplode un tiro a colpo sicuro. Ma il volo plastico di Bardi, estremo difensore granata, strozza in gola l’urlo di gioia dei nerazzurri.

Cresce l’intensità degli ospiti che iniziano a soffocare le manovre della Reggiana, la cui retroguardia fatica a contenere la pressione crescente. Girma, nuovamente servito in zona d’attacco, si ripete nel suo errore: un altro tiro che si perde alto, un’altra occasione gettata alle ortiche. Errori imperdonabili per chi calca i campi del professionismo. Sersanti tenta allora una soluzione personale cercando di sorprendere Semper dalla distanza, ma quest’ultimo non si lascia cogliere impreparato. Al contrario, è Lind, al ventiquattresimo minuto, a trovare la via della rete: su invito raffinato di Moreo, pugnala una difesa granata apparsa sopita e disattenta.

Girma, in una giornata da dimenticare, non solo si distingue per le sue clamorose imprecisioni sotto porta, ma si guadagna anche un’ammonizione per un intervento scomposto su Piccinini. Un giallo che pesa come un macigno, poiché, da diffidato, lo esclude dalla prossima delicata trasferta di Brescia. La dea bendata, per una volta, si schiera dalla parte della compagine di casa: Moreo, indisturbato, si divora di testa il raddoppio da pochi passi, mancando per questione di millimetri il colpo del ko. A dover di verità, e affinché la cronaca non venga privata d’un frammento del suo tessuto, va menzionato l’allontanamento dai confini della panchina del direttore sportivo Marcello Pizzimenti reo d’aver lasciato che la lingua, sfrenata e impetuosa, superasse i limiti del consentito, provocando l’irato intervento della giustizia arbitrale.

Sull’erba del ‘Città del Tricolore’ si riflette il turbamento dell’animo reggiano: una squadra smarrita non solo nel gioco, ma anche nello spirito. Come se non bastasse, una nuova tegola si abbatte sulla testa di mister Dionigi: Portanova crolla al suolo, dolorante al polso destro. Il responso medico è immediato e inappellabile: per lui, il match si conclude anzitempo (si teme una frattura). Ed è il Pisa, cinico e spietato, a colpire ancora: Meroni, incerto e maldestro, perde il pallone sulla propria trequarti. Tramoni come un falco si avventa dapprima sulla sfera, poi trafigge Bardi con un preciso rasoterra. Dalle tribune si levano i fischi del pubblico granata, un coro pungente e accorato che si fa invocazione: richiamo vibrante all’orgoglio perduto, esortazione accesa a ritrovare ardore e determinazione. E mentre il primo tempo si chiude sul velo della disillusione, nel ventre ombroso dello stadio, là dove i passi si smorzano tra i muri che separano il fragore dalla quiete, si consuma un ulteriore strappo nel destino della Regia: nel tunnel che conduce agli spogliatoi, il veterano Cigarini viene raggiunto dal severo decreto d’espulsione. Allontanato con rigore dalla terna arbitrale, parrebbe colpevole d’aver ceduto all’impeto di una passione non più domata, lasciando che le parole, infiammate dal disappunto, travalicassero il confine della temperanza.

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Secondo tempo
La ‘Curva Nord’ esplode in un tripudio di canti e danze, come festante corteo in onore di un trionfo annunciato. Sul versante opposto, invece, la ‘Curva Sud’ tace, muta come tempio abbandonato, e le sue bandiere, un tempo vessilli di fede incrollabile, ora giacciono arrotolate, silenziose, in segno di resa. È un gesto eloquente, un monito che non abbisogna di parole: il popolo reggiano, fiero e appassionato, non tollera più l’onta dell’umiliazione, il perpetuo patire senza onore nè riscatto. E proprio mentre l’inerzia del match pare volgere ancor più in favore degli ospiti, Lind sfiora l’apice del gesto tecnico: in acrobatica torsione, spalle alla porta, scaglia il pallone verso il bersaglio. Ma è il legno a negargli la gloria: il palo vibra, Bardi viene così graziato dalla sorte e raccoglie la sfera con sollievo celato. “Meritiamo di più!” si leva potente il grido delle ‘Teste Quadre’, voce collettiva d’un amore ferito che non si rassegna.

Una chance per riaprire il duello si presenta: Gondo (entrato al posto di Vido) scatta sull’out destro e offre il pallone a Maggio (che ha rilevato Kabashi), solo nell’arena opposta. Ma il tempo si fa nemico, e l’esperto cursore si ingarbuglia nel dribbling. Sulla palla sporca, infine, giunge Marras: la sua conclusione, però, si leva alta e disordinata sopra la traversa. Un altro squarcio in un pomeriggio già colmo di crepe. All’ottantunesimo giro di clessidra, il Pisa affonda nuovamente il proprio dardo nel cuore della contesa: Rus, subentrato a Calabresi come giovane levriero lanciato nella mischia, anticipa con fulminea prontezza Rozzio, da poco entrato al posto di un Meroni smarrito. Poi, con cinismo lucido, scaglia la sfera verso Bardi, trafiggendolo. Eppure, sull’azione aleggia l’ombra del sospetto: un contatto tra i due contendenti, Rozzio e Rus, che pare viziato da una spinta, sottile ma decisiva, come il tocco d’un destino che bara. Bardi, custode granata, non tace. L’arbitro, implacabile, estrae il cartellino giallo, colpendo il portiere già gravato dalla diffida: una nuova pedina destinata a cadere nel prossimo e arduo capitolo di questa tormentata campagna. Ma ecco che, come per incanto o per giustizia rimandata, il destino trattiene il fiato: richiamato al sacro schermo del VAR, il direttore di gara si accosta al monitor. Silenzio, attesa, sospensione… poi il gesto che sovverte l’apparenza: rete annullata. Fallo su Rozzio, colpo proibito che macchia l’azione. Il gol viene cancellato dagli annali di quella giornata.

Eppur qualcosa resta, inamovibile come la memoria di un’offesa: l’ammonizione a Bardi non viene revocata. Rimane lì, incisa nel registro come cicatrice ardente, figlia di un animo troppo acceso per piegarsi al silenzio. Si può cadere, sì, chè tale è la legge dello sport e della vita, ma mai senza lottare, mai senza combattere sino all’ultimo respiro. E oggi, nella gelida resa di questa disfatta, è venuto meno persino il vigore dell’anima. Il triplice fischio pone termine a una prestazione agonizzante, quasi sospesa tra il corpo e l’ombra. Per salvarsi, non basterà più l’intento: occorrerà fare, e ancor più donarsi. Una sola verità resta, limpida e implacabile: il popolo reggiano ora non acclama più… fischia. E nei suoi fischi risuona l’eco della delusione amara e dell’onore smarrito.

Il tabellino

A.C. REGGIANA 1919 – PISA S.C. 1909: 0 – 2

Marcatori: 24’ Moreo (P), 44’ Tramoni (P).

A.C. REGGIANA 1919 (3-5-2): Bardi; Libutti, Meroni (dal 80’ Rozzio), Lucchesi; Fiamozzi, Sersanti (dal 66’ Reinhart), Kabashi (dal 46’ Maggio), Portanova (dal 43’ Ignacchiti), Marras; Girma, Vido (dal 66’ Gondo). A disposizione: Motta, Sosa, Stulac, Cigarini , Destro, Kumi, Nahounou. Allenatore: Davide Dionigi.

PISA S.C. 1909 (3-4-2-1): Semper; Calabresi (dal 78’ Rus), Caracciolo, Bonfanti; Touré, Solbakken (dal 46’ Marin), Piccinini (dal 46’ Abildgaard), Angori; Moreo (dal 78’ Hojholt), Tramoni; Lind (dal 66’ Meister). A disposizione: Andrade, Loria, Sussi, Castellini, Arena, Sernicola, Mortun. Allenatore: Filippo Inzaghi.

Arbitro: Ermanno Feliciani sez. di Teramo (Assistenti: Domenico Palermo sez. di Bari, Giuseppe Di Giacinto sez. di Teramo. IV Ufficiale: Francesco Burlando sez. di Genova. VAR: Matteo Gariglio sez. di Pinerolo. AVAR: Luca Pairetto sez. di Nichelino).

Note – Espulsi: Pizzimenti (direttore sportivo granata) e Cigarini, entrambi per lingua troppo lunga. Ammoniti: Solbakken, Girma, Kabashi, Piccinini, Marras, Fiamozzi, Bardi, Rozzio, Meister, Ignacchiti. Angoli: 3 – 2. Recupero: 2’ pt. – 4’ st.