
I granata vincono con merito 2-1 in casa grazie a due reti di Gondo e Portanova. Il Primo Maggio lo scontro con il Modena
REGGIO EMILIA – La Reggiana ritrova il sapore dolce della vittoria, spezzando un digiuno che perdurava dal lontano 26 gennaio, quando il Palermo fu domato con un secco 2-0. Oggi, come allora, sono gli uomini a scrivere la storia: Gondo, implacabile arciere d’avorio, e Portanova, il funambolo del destino, si ergono a mattatori di una giornata finalmente propizia. Una prova intrisa di carattere e ardimento, che ridona respiro alle speranze e ossigeno ai cuori affaticati. Solo una nube offusca parzialmente il cielo tornato sereno: l’ammonizione a Vergara, che da diffidato dovrà assistere al prossimo atto, il derby dell’Emilia, da spettatore silenzioso. Il duello con il Modena, fissato per giovedì 1 maggio alle 15 nello scrigno dell’”Alberto Braglia”, lo vedrà dunque assente.
Ma la Reggiana ha riscoperto la via della luce. La scintilla è tornata ad ardere e il vento sembra ora soffiare a favore. Con rinnovato vigore, il popolo granata può guardare avanti con fiducia: il cammino è breve, molto breve, ma l’anima è ancora viva. Mister Dionigi si presenta in sala stampa visibilmente afono, ma le sue parole, seppur sussurrate, giungono chiare e decise. “Abbiamo affrontato la gara con l’atteggiamento giusto, aggredendo l’avversario e togliendogli il controllo del gioco. I miei ragazzi hanno dato tutto, mostrando intensità, determinazione e applicazione in ogni zona del campo. Questo è il tipo di prestazione che cerco, è il calcio che voglio vedere. La strada intrapresa è quella corretta e dobbiamo proseguire con la stessa convinzione fino alla fine”. E conclude con un messaggio dal forte valore identitario: “Il mio obiettivo è quello di forgiare uomini pronti a lottare, veri soldati in grado di affrontare ogni battaglia con coraggio e spirito di squadra” (foto Bucaria).

Primo tempo
Ancor prima che il destino prenda forma sul prato verde, lo stadio si inchina al silenzio, avvolto nel cordoglio per Papa Francesco. Solo al sesto respiro del cronometro si levano, fiere e commosse, le voci di “Teste Quadre” e “Gruppo Vandelli”, in un canto spezzato dalla memoria di Michele Lucchese (per tutti “Mitch”) anima luminosa rapita alla vita nella notte di Pasquetta. Sul terreno di gioco, il giovane Motta (classe 2005) esordisce tra i pali con fierezza e sangue freddo, raccogliendo l’eredità del diffidato Bardi. Al settimo minuto, il colpo di testa di Gondo accarezza l’attesa, senza però scuotere l’attenzione di Kastrati. I padroni di casa tentano di fendere il fitto intreccio avversario, ma il cammino si fa aspro. Desogus, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, cerca lo spiraglio, trovando però l’attenta risposta di Motta. Un’incertezza di Vergara apre un varco inaspettato, che i veneti non riescono a tramutare in ferita. Reinhart, con gesto risolutore, salva l’equilibrio, mentre Motta si erge ancora protagonista respingendo con istinto felino la conclusione ravvicinata di Amatucci. Sul finire, Portanova sfiora l’incanto con una semirovesciata d’autore, e Capradossi, lanciato nell’area nemica, trova solo una deviazione in angolo firmata Rozzio. Si chiude così un primo atto intriso d’equilibrio, con Motta, novella sentinella, a vegliare vigile e silenzioso sul destino del regno granata.

Secondo tempo
Nel cuore dell’incontro, uno spunto pregevole di Vergara sulla corsia mancina apre la via a Portanova, il quale penetra in area e conclude: Kastrati si oppone distendendosi a terra. Poco dopo, lo stesso Vergara macchia la sua prova con un fallo a centrocampo, che gli costa il cartellino giallo e, da diffidato, l’esclusione dalla sfida contro il Modena. Al sessantunesimo minuto, la svolta: Gondo, con sapienza d’attaccante consumato, controlla spalle alla porta e fulmina Salvi con una girata improvvisa, insaccando alle spalle di un incerto Kastrati. La Regia, sospinta dall’entusiasmo, continua a premere: Portanova sfiora il raddoppio con un destro potente che sibila accanto al palo.
La partita si frammenta in mille interruzioni, ma la formazione di Dionigi approfitta dell’inerzia e guadagna campo e tempo. Al novantesimo, il colpo da maestro: Manolo, in slalom tra le maglie avversarie, finge di servire Marras e poi infila il pallone alle spalle del portiere ospite, facendo esplodere il “Città del Tricolore”. Nel recupero, un angolo per il Cittadella genera confusione: Pandolfi insacca dopo una mischia convulsa, ma il gol è solo un brivido tardivo. Il triplice fischio suggella il trionfo della Reggiana: tre punti dal peso aureo, che riaccendono la fiaccola della speranza e restituiscono vigore al sogno di permanenza nel pantheon della Serie B.
Il tabellino
A.C. REGGIANA 1919 – A.S. CITTADELLA 1973: 2 – 1
Marcatori: 61’ Gondo (R), 90’ Portanova (R), 96’ Pandolfi (C).
A.C. REGGIANA 1919 (3-5-2): Motta; Libutti, Rozzio, Lucchesi (dal 73’ Nahounou); Fiamozzi, Sersanti (dal 64’ Ignacchiti), Reinhart (dal 80’ Kumi), Portanova, Marras; Vergara (dal 73’ Kabashi), Gondo (dal 80’ Maggio). A disposizione: Rubboli, Sposito, Sosa, Stulac, Destro. Allenatore: Davide Dionigi.
A.S. CITTADELLA 1973 (4-3-1-2): Kastrati; Salvi (dal 65’ Masciangelo), Pavan, Capradossi (dal 76’ Angeli), Carissoni; Tronchin (dal 76’ Voltan), Amatucci (dal 65’ Tessitore), Casolari; Vita; Rabbi, Desogus (dal 60’ Pandolfi). A disposizione: Cardinali, Maniero, Matino, Diaw, D’Alessio, Piccinini. Allenatore: Alessandro Dal Canto.
Arbitro: Daniele Rutella sez. di Enna (Paolo Bitonti sez. di Bologna, Davide Mario Arace sez. di Lugo di Romagna. IV Ufficiale: Giovanni Castellano sez. di Nechelino. VAR: Lorenzo Maggioni sez. di Lecco. AVAR: Orlando Pagnotta sez. di Nocera Inferiore).
Note – Ammoniti: Capradossi, Casolari, Vita, Vergara, Gondo. Angoli: 4 – 4. Recupero: 1’ pt. – 5’ st.