
I lavoratori respingono all’unanimità la proposta del fondo bavarese: nessun piano industriale per Reggio Emilia, tagli ai diritti e rischio licenziamenti mascherati
REGGIO EMILIA – È arrivato un chiaro e netto “no” dai lavoratori della Meta System alla proposta presentata dal Fondo Certina, che ha depositato il proprio piano concordatario ieri mattina presso il Tribunale di Bologna. L’offerta, avanzata dal fondo bavarese, prevede sì il passaggio di tutti i dipendenti, ma nasconde,secondo i sindacati, una drastica riduzione degli organici e pesanti tagli ai diritti acquisiti.
In particolare, il piano industriale ipotizzato da Certina comporterebbe l’eliminazione dell’80% del personale impiegatizio e del 60% degli operai, con un drastico ridimensionamento dello stabilimento reggiano e il trasferimento delle attività produttive principali in Slovacchia e a Varese. Per Reggio Emilia, si prefigura un futuro all’insegna degli ammortizzatori sociali, senza però garanzie sul trattamento economico anticipato. Un aspetto che preoccupa fortemente i lavoratori, che si troverebbero senza reddito per mesi, in attesa dell’intervento dell’Inps.
Le sigle sindacali Fiom Cgil e Uilm, rappresentate da Simone Vecchi e Jacopo Scialla, si sono dette profondamente critiche nei confronti della proposta, che non solo chiede la deroga all’articolo 2112 del codice civile, quello che garantisce il mantenimento delle condizioni contrattuali nei trasferimenti aziendali, ma punta anche alla cancellazione della contrattazione di secondo livello.
Mercoledì si sono tenute tre assemblee con i dipendenti, conclusesi con un voto unanime contro la proposta Certina. Una dimostrazione di unità, dignità e coraggio, secondo i sindacati, che mettono in evidenza l’assenza di una reale strategia per garantire occupazione e futuro a Reggio Emilia.
Al momento, la Meta System accumula oltre 300 milioni di debiti e sta progressivamente perdendo clienti, con nessuna produzione prevista da gennaio, secondo le previsioni della Fiom. Il piano Certina resta vincolato a un accordo sindacale. Anche se il Tribunale dovesse considerare valida la proposta, sarà necessaria l’intesa con le organizzazioni dei lavoratori.