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Metalmeccanici, Unindustria: “Scioperi dannosi per tutti”

18 aprile 2025 | 11:33
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Metalmeccanici, Unindustria: “Scioperi dannosi per tutti”

Gli imprenditori: “Troviamo soluzioni che garantiscano diritti e dignità ai lavoratori, ma che siano anche compatibili con la realtà economica delle imprese”

REGGIO EMILIA – “Il rinnovo del contratto nazionale deve essere un momento di dialogo e collaborazione, non di scontro. La proclamazione di altri scioperi e di forme ulteriori di conflitto costituiscono un grave danno per tutti, in una fase in cui dovrebbe prevalere il senso di responsabilità”.

Lo afferma Unindustria Reggio Emilia commentando la mobilitazione in atto da mesi, con scioperi a sorpresa, dei lavoratori metalmeccanici. L’associazione industriale bacchetta inoltre la presa di posizione di alcuni Comuni a sostegno delle rivendicazioni sindacali, che “non pare del tutto comprensibile e rischia di compromettere gli equilibri territoriali, inasprendo ulteriormente la situazione”.

Entrando nel merito gli imprenditori sottolineano la flessione del comparto, che nell’ultimo trimestre 2024 ha subito a livello provinciale un calo della produzione del 7,7%, mentre il fatturato complessivo è sceso dell’11,5%. Inoltre le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps in provincia sono cresciute l’anno scorso del 194,6%, passando da 3 milioni a 8,9 milioni. Ma “nonostante questo andamento economico il modello contrattuale attualmente in vigore ha favorito risultati positivi per i lavoratori”, evidenzia Unindustria Reggio.

“A dicembre 2024 i dati Istat hanno segnato un aumento delle retribuzioni contrattuali nella metalmeccanica/meccatronica del 6,5% nell’arco dell’ultimo anno, rispetto al 5,4% registrato per l’industria in senso stretto”, viene sottolineato. Se poi si considera il periodo dal 2008 al 2024, “le retribuzioni nel comparto sono cresciute più dell’inflazione, con un incremento nominale del 45% e un aumento reale del 10%. Un incremento che deve essere bilanciato con un aumento del costo del lavoro per unità di prodotto del 37,5%”. Ecco perché, spiegano gli industriali reggiani, “la nuova proposta di Federmeccanica e Assistal prevede l’adeguamento dei minimi tabellari all’inflazione e di favorire una redistribuzione della ricchezza prodotta, mantenendo un equilibrio tra sostenibilità e competitività”.

Insomma, chiudono dall’associazione di via Toschi, “siamo convinti che sia necessario trovare soluzioni che garantiscano diritti e dignità ai lavoratori, ma che siano anche compatibili con la realtà economica delle imprese. Solo così si potrà costruire un futuro solido per il settore metalmeccanico, pilastro fondamentale dell’economia italiana”.