Editoriali

Morte del Papa, siamo davvero una Repubblica laica?

24 aprile 2025 | 15:46
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Morte del Papa, siamo davvero una Repubblica laica?

A Casa Cervi, per il 25 Aprile, vince la laicità e i concerti si terranno, ma a Reggio Emilia si omaggia il pontefice e si annullano i dj set di Fotografia Europea

REGGIO EMILIA – La morte di Papa Francesco, la concomitanza con il 25 Aprile e il festival di Fotografia europea che inaugura oggi, ci regalano una singolare contraddizione, nella nostra provincia, che ci sentiamo in obbligo di segnalarvi.

Succede che a Casa Cervi di Gattatico, la cui presidente è la cattolica Albertina Soliani, ex senatrice del Pd, i concerti del 25 Aprile non vengono rinviati, nonostante l’invito alla sobrietà del governo che ha dichiarato 5 giorni di lutto nazionale per la morte del pontefice. A Reggio Emilia, invece, città guidata da un sindaco, Marco Massari, che si è apertamente definito ateo in campagna elettorale, il festival di Fotografia europea, oggi, ha rinviato a data da destinarsi il concerto degli Ofenbach e i Dj Set di sabato.

Due modi diversi e completamente opposti di intendere il lutto per la morte di Papa Francesco. In un caso, pur rispettando la morte del pontefice (“portiamo nel cuore Papa Francesco e la sua immensa eredità”, si legge sulla home page di Casa Cervi) qualcuno si ricorda che siamo in una Repubblica laica e non nell’Iran degli ayatollah e quindi ritiene sia giusto ricordare la figura di un grande personaggio e rendergli omaggio, senza per questo rinunciare a festeggiare adeguatamente una festività laica fondamentale nella costruzione del nostro Paese.

Nell’altro l’amministrazione di Reggio Emilia soggiace all’invito governativo (e qui viene il dubbio legittimo che il governo abbia prolungato il lutto a 5 giorni per includervi il 25 Aprile), si inchina alla sobrietà (che non si è ben ancora capito cosa significhi) e rinvia concerti e dj set dell’apertura di una manifestazione di importanza nazionale programmati da tempo. Viene veramente da chiedersi perché.

Riteniamo sia giusto ricordare la figura di un grande Papa e anche dedicargli un minuto di silenzio all’interno di una manifestazione, ma è imbarazzante in un Paese, in cui la religione dovrebbe essere un fatto personale e privato, ma che non invade la sfera pubblica, impedire alle persone (cattoliche, ma anche di altre religioni, agnostiche o atee) di non poter partecipare a un concerto, festeggiare o andare allo stadio, come è accaduto recentemente.

C’è veramente da chiedersi, come scrivevamo prima, se siamo nell’Iran degli ayatollah o in un Repubblica laica dove Stato e Chiesa sono separati.