
Presentato a “Rigenera” uno studio sulla mobilità che mette ordine nei percorsi e negli stalli delle biciclette
REGGIO EMILIA – Trasformare piazzale Marconi da “spazio” anonimo e caotico in “luogo” ordinato e (nel tempo) pedonale. E’ l’obiettivo dello “studio di fattibilità per la riqualificazione delle funzioni di mobilità della stazione storica” di Reggio Emilia, realizzato dall’Ufficio progetti dell’amministrazione a firma dell’architetto Francesca Vezzani.
Il documento è il “coniglio” che esce fuori dal cilindro del festival di archiettura “Rigenera”, in corso in città in questi giorni, e in particolare dall’incontro denominato “Piano B”, andato in scena venerdì pomeriggio al capannone 17 delle ex Reggiane. Tra gli elementi proposti nello studio, tra l’altro, l’allargamento del sottopasso ciclopedonale che porta nell’ex area industriale e l’aumento dei percorsi pedonali su via Eritrea, collocando i parcheggi solo su un lato e riducendo le corsie da tre a due.
Il tutto con un intervento di cosiddetta “urbanistica tattica”, un approccio che prevede, in estrema sintesi, una pianificazione caratterizzata da bassi costi, scala ridotta, rapidità nell’esecuzione, reversibilità e coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale. Tra le principali criticità evidenziate nello piano per l’area antistante la stazione (che risale alla metà dell’800, riqualificata nel 1935 e poi ricostruita nel 1944 dopo un bombardamento) ci sono: l’incertezza dei percorsi pedonali, lo stoccaggio delle biciclette alquanto disordinato, l’ultilizzo di materiali non troppo estetici e degradati e la mancanza di verde.

Altro aspetto che viene considerato è quello dell’equilibrio delle esigenze diverse delle ben 45.000 persone che tansitano al giorno nel piazzale, in gran parte provenienti o diretti al terminal dei bus di piazzale Europa. Un elemento non compreso nel progetto ma ben noto ai comitati dei residenti è poi quello del parcheggio interrato di piazzale Marconi, che attualmente vede larga parte di un piano intasato da biciclette del Comune inutilizzate. Non è tutto. Lo studio di fattibilità è stato proposto come “traccia” da seguire nella “call” che l’Ordine reggiano degli architetti, promotore del festival Rigenera, ha lanciato ai giovani professionisti della regione chiedendo loro di elaborare delle soluzioni innovative per il quartiere più “caldo” di Reggio.
Sono così stati selezionati tre progetti. Uno, dal titolo “Granelli di comunità”, prevede la graduale chiusura al traffico di viale IV Novembre, consentendo il passaggio di autobus, taxi e l’accesso al parcheggio interrato, ma spostando le auto sulla direttrice via Turri-via Eritrea. L’obiettivo è fare del viale “un parco lineare” pedonale e ciclabile. Un altro progetto dal titolo “Mending Reggio Emilia“, si basa su “un piano funzionale di attività notturno e diurno” per rivitalizzare il quartiere.
Infine la proposta intitolata “Intervalli” punta a creare, agendo sull’arredo urbano e in collaborazione con i commercianti, delle “oasi” di riposo per i viaggiatori. “Si tratta chiaramente di proposte e di idee per cui non c’è niente di definito”, precisa il presidente dell’Ordine provinciale degli architetti di Reggio Andrea Rinaldi. “Nel nostro festival volevamo fare qualcosa che ricadesse in modo concreto su una zona critica della città e pensiamo che su questi progetti, che consegneremo all’amministrazione, ci si possa ragionare e confrontarsi”.

La riqualificazione degli spazi urbani è uno dei tre pilastri che reggono la strategia della giunta Massari per risanare la stazione. Quello securitario è rappresentato dall’istituzione della zona rossa e dell’arrivo- imminente- dell’esercito. Quello sociosanitario si concretizzerà invece in un presidio fisso dedicato. Per il collegamento tra stazione ed ex Reggiane, infine, l’ex sindaco Luca Vecchi aveva annunciato il progetto di una passerella sopraelevata a beneficio del nuovo polo universitario “del digitale” che sorgerà nel capannone 15 (Fonte Dire).