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Saman, la procura: “Sentenza primo grado offusca realta”

4 aprile 2025 | 18:43
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Saman, la procura: “Sentenza primo grado offusca realta”

Il procuratore generale Silvia Marzocchi: “Sbagliato assolvere i cugini ed escludere le aggravanti”

REGGIO EMILIA – Nella sentenza di primo grado del processo sull’omicidio di Saman Abbas “più parole avrebbero dovuto essere scritte per restituire l’inumanità, l’atrocità, il contesto e le modalità dell’uccisione di questa giovane ragazza, e meno parole erano necessarie, invece, rispetto a quelle che sono state scritte nella corposa motivazione per valutare oggettivamente tutti i fatti e per comporlo seguendo un ragionamento lineare, logico, rigoroso e rispettoso delle evidenze processuali”.

Con queste parole la sostituta pg di Bologna, Silvia Marzocchi, ha aperto la requisitoria nel processo d’appello che vede imputati i genitori della ragazza, condannati in primo grado all’ergastolo, lo zio, che in primo grado è stato condannato a 14 anni, e due cugini, entrambi assolti in primo grado. La giovane fu uccisa a Novellara, nel reggiano, tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021.

Le richieste di pena non sono ancora state formulate, tuttavia Marzocchi ha detto chiaramente che “la critica che si muove alla sentenza di primo grado attiene ovviamente all’assoluzione di Nomanulhaq Nomanulhaq e Ijaz Ikram e all’esclusione delle aggravanti” della premeditazione e dei motivi abietti e futili, a cui la Corte di Reggio Emilia “perviene eliminando prove assolutamente decisive, travisando le dichiarazioni di testimoni, discostandosi dagli accertamenti peritali, fino a costruire uno scenario che offusca la realtà”.

Diversi i rilievi mossi alla sentenza di primo grado, ad esempio “la negazione, al video del 29 aprile 2021 dalle 19 circa in poi, del valore di prova del concorso in omicidio premeditato, e l’inesatta lettura delle dichiarazioni testimoniali e delle perizie”. Sul video in questione, che secondo la pubblica accusa rappresenta la prova del fatto che l’omicidio fosse premeditato, si è poi soffermata la pm reggiana Maria Rita Pantani.

Secondo Pantani, il video, in cui si vedono lo zio di Saman, Danish Hasnain, e i due cugini con delle pale, dimostra “al di là di ogni ragionevole dubbio” che i tre quel giorno “hanno scavato la fossa” in cui poi fu seppellita la ragazza.