Sicurezza, città allo sbando: la giunta batta un colpo

Le ronde non sono certamente la soluzione, ma, rischiano di diventare la risposta sbagliata e disperata di cittadini esasperati dalla incapacità di risolvere i problemi da parte di chi ci amministra
REGGIO EMILIA – Nasce, anche a Reggio Emilia, il movimento Articolo 52 che è, per chi non lo sapesse, il gruppo che a Milano si è reso protagonista di violenti pestaggi contro gli immigrati con le sue ronde anti maranza. Reggio Sera ha intervistato il responsabile reggiano che sostiene che il loro gruppo, a parte il nome, non ha niente a che vedere con quello di Milano e che non condivide i pestaggi e la giustizia fai da te. Tuttavia è molto probabile che, anche questo gruppo reggiano, darà il via a delle ronde che, ovviamente, visti i precedenti, potrebbero avere esiti imprevedibili.
A scanso di equivoci è bene precisare che questo giornale è contrario a forme di “giustizia fai da te” e a ronde di cittadini, a meno che non rientrino nei protocolli di controllo di comunità previsti dalla prefettura.
Inoltre, a differenza di quello che ha dichiarato a noi il responsabile di Articolo 52, le ronde di cittadini sono illegali dato che, come previsto dalle prefetture, le uniche attività consentite sono quelle degli osservatori volontari della sicurezza, previste e disciplinate esclusivamente nelle forme e con le modalità stabilite dalla normativa vigente. E’ quindi necessario che Articolo 52 si conformi a questa realtà, a meno che non voglia porsi fuori dalla legalità, con tutte le conseguenze del caso.
Detto questo, bisogna aggiungere che, purtroppo, la nostra città sta scontando un deficit di sicurezza drammatico. Nel giro di breve tempo, una scolaresca è stata aggredita da un immigrato armato di coltello nella zona della Caserma Zucchi, con un ragazzino che è finito all’ospedale. Un giovane, appena tornato a Reggio all’università, è stato sequestrato per mezz’ora e costretto, con un coltello alla schiena, a prelevare soldi da un bancomat per darli ai suoi sequestratori.
E’ notizia di ieri che un 18enne, che stava andando a una gita scolastica, è stato rapinato all’uscita del sottopasso di viale Europa. Per non tacere dei quotidiani furti, scippi, spaccate, spaccio e degrado a cui assistiamo tutti i giorni nel quadrante della stazione, in parte del centro storico e non solo. Oramai, purtroppo, è diventato problematico andare e venire dalla stazione storica di Reggio Emilia per problemi di sicurezza.
Si è arrivati a questo punto, perché le amministrazioni che finora hanno sempre governato la città hanno sottovalutato il problema della sicurezza. Negli anni passati si sentiva spesso parlare di percezioni e, qualche anima bella, si spingeva perfino a dire che i reggiani erano sostanzialmente razzisti, perché non gli piaceva vedere persone di colore nei loro quartieri. La verità è che la percezione del degrado, da parte di chi viveva sul territorio, era accompagnata dal vedere, ogni giorno, piccole illegalità che si consumavano nei loro quartieri.
La percezione di insicurezza, ignorata o poco percepita dalle amministrazioni che si sono susseguite, si è così, piano piano, trasformata in insicurezza e in preoccupazione della propria incolumità fisica, come testimoniano i fatti degli ultimi giorni. Probabilmente chi amministra questa città non vive nella zona stazione e non ha figli che devono prendere il treno tutti i giorni e probabilmente non lo fa nemmeno lui. Purtroppo, però, ci sono molti reggiani, pendolari e studenti, che lo devono fare e non possono spendere i soldi per l’alta velocità.
A questi cittadini e a tutti quelli che vivono in zona stazione e in alcune zone del centro storico, bisogna dare risposta. Una risposta a che, finora, almeno a guardare i risultati, è stata largamente insufficiente.
Le ronde non sono certamente la soluzione, ma, rischiano di diventare la risposta sbagliata e disperata di cittadini esasperati dalla incapacità di risolvere i problemi da parte di chi ci amministra.