
La Cina risponde con nuovi dazi dell’84%, l’Europa approva quelli del 25%. Mercati asiatici ed europei di nuovo in picchiata
ROMA – Washington, ore 00:01. E’ cominciata. Con lo scoccare della mezzanotte sulla costa Est americana – le 6 del mattino in Italia – è scattata ufficialmente la nuova ondata di dazi reciproci annunciata la settimana scorsa da Donald Trump. Una valanga di tariffe che colpisce centinaia di Paesi, ma ha un bersaglio principale: la Cina. A Pechino verranno imposti dazi del 104% sul valore delle merci esportate verso gli Stati Uniti. Una dichiarazione di guerra commerciale più che un’azione tattica.
Per tutta risposta la Cina ha annunciato nuovi dazi dell’84% sui prodotti statunitensi Stati Uniti, a partire da giovedì, con una significativa escalation rispetto al 34% precedentemente annunciato. E il Consiglio dell’Unione Europea, ha approvato nel primo pomeriggio nuovi dazi del 25% su una serie di prodotti come mandorle, succo di arancia, acciaio e alluminio, tabacco e yachts: colpiranno complessivamente per circa 22 miliardi di euro ogni anno. Entreranno in vigore il 15 aprile, ma sono solo una prima risposta alle tariffe che gli Stati Uniti hanno introdotto su acciaio e alluminio.
Trump, per dare la misura del livello di scontro, in un comizio tenuto al National Republican Congressional Committee, ha sbeffeggiato i Paesi che hanno tentato un approccio diplomatico con Washington: “Questi Paesi ci stanno chiamando, baciandomi il culo. Muoiono dalla voglia di fare un accordo”. Meloni andrà a Washington il 17 aprile, di persona.
Le Borse asiatiche come prevedibile hanno reagito male. Dopo un temporaneo rimbalzo, Tokyo ha chiuso con il Nikkei 225 in calo del 4,3%, mentre Taiwan ha visto il Taiex crollare del 6,2%. I mercati, già instabili, ora ballano sulle sabbie mobili della politica protezionista americana.
E così all’apertura delle borse europee il trend si conferma. Il FTSE Mib di Milano, il DAX 40 tedesco, il CAC 40 a Parigi, e l’IBEX 35 spagnolo: perdono tutti più del 2%. Lo Stoxx 600 è in calo del 2,7% (Fonte Dire).