REGGIO EMILIA – Ognuno di noi, durante il ciclo di vita, incorre in determinati aspetti: il calo dell’udito, per esempio, è un problema di cui spesso non si parla mai abbastanza. L’avanzare dell’età porta inevitabilmente con sé degli strascichi, sebbene non siano uguali per tutti.
C’è chi, per esempio, nota dei cambiamenti corporei – come un incurvamento della postura – o ancora chi viene affetto da ipoacusia, ovvero il calo dell’udito. Massima attenzione, sotto questo aspetto e come sostenuto dall’OMS stessa, alla prevenzione: in un centro acustico, è possibile approfondire eventuali esami e comprendere cosa sta succedendo. Proprio per questo è necessario parlare di salute mentale. Vediamo perché.
Abbiamo parlato di avanzare dell’età, ma è bene sapere che questa condizione, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, può verificarsi a qualsiasi età e per una serie di motivi. C’è chi naturalmente subisce un calo uditivo proprio per l’invecchiamento, o chi, essendo stato esposto a rumori forti per un periodo prolungato, ha riportato dei danni all’apparato uditivo.
La comprensione di queste cause è fondamentale per comprendere le strategie di prevenzione e trattamenti efficaci per questa condizione. A tal proposito bisogna sottolineare ulteriormente l’importanza di sottoporsi a controlli regolari dell’udito nel corso della vita per monitorare qualsiasi potenziale declino.
Qualche segnale può essere utile per comprendere come stiamo davvero: abbiamo difficoltà a captare le parole delle persone? Chiediamo spesso agli altri di parlare più lentamente, o magari a voce più alta? Tendiamo ad aumentare il volume della televisione o semplicemente del cellulare? Anche un ronzio può essere spia di un calo uditivo.
C’è un ulteriore aspetto da conoscere: la perdita dell’udito non si limita a compromettere la nostra capacità di sentire. No, può avere implicazioni di vasta portata sulla salute generale e sulla qualità della vita. Nei casi più gravi può portare all’isolamento sociale, alla depressione e persino al declino cognitivo. Un intervento precoce è fondamentale per ridurre al minimo l’impatto dell’ipoacusia sulla vita di una persona.
Le implicazioni fisiche della perdita dell’udito sono ben note e ampiamente studiate, ma le implicazioni psicologiche ed emotive, come la depressione, sono meno riconosciute ma altrettanto importanti.
La depressione è un disturbo caratterizzato da sentimenti persistenti di tristezza, disperazione e mancanza di interesse o piacere nello svolgere anche le attività più semplici. Descriverla non è facile, anche perché, in base allo stato più o meno avanzato, può davvero avere un impatto significativo sulla qualità della vita di una persona.
Diversi studi hanno suggerito che le persone affette da ipoacusia hanno maggiori probabilità di manifestare sintomi legati alla depressione rispetto a chi non ha problemi di udito. Questa relazione, però, può essere complessa e sfaccettata al contempo.
Questo perché le persone che hanno un calo uditivo hanno spesso difficoltà a comunicare: non è raro, soprattutto negli anziani, che si verifichino degli episodi di isolamento sociale.
Inoltre, anche lo stress può contribuire: sentire poco, o sentire male, porta inevitabilmente a un aumento dei livelli di cortisolo nell’organismo.
Un altro problema è connesso alla natura graduale della perdita dell’udito: sono in tanti ad accorgersi di avere un problema solamente quando la condizione è notevolmente progredita. Un ritardo nella diagnosi, dunque, porta a sentimenti contrastanti, come frustrazione e impotenza, che possono aumentare il rischio di depressione.
Lo stigma associato all’ipoacusia – e persino agli apparecchi acustici – e ai problemi di salute mentale può inoltre dissuadere le persone dal cercare aiuto, portando a condizioni non trattate e a un peggioramento dei sintomi.
Nonostante queste sfide, è importante notare che la depressione non è una conseguenza inevitabile della perdita dell’udito. Con una diagnosi precoce, un intervento appropriato e un sostegno continuo, le persone affette da ipoacusia possono condurre una vita soddisfacente e assolutamente normale.
Per esempio, tra le migliori forme di intervento troviamo gli apparecchi acustici, che offrono un sostegno davvero non indifferente. Non solo migliorano l’udito, ma consentono di riconoscere suoni e parole, praticando anche uno sforzo molto minore.
Grazie allo sviluppo della tecnologia, anche gli apparecchi acustici stessi sono molto avanzati negli anni, con prestazioni davvero notevoli. L’impatto sulla qualità della vita di questi dispositivi non va sottovalutato, ma, anzi, promosso, anche per l’attività preventiva, dal momento in cui un’ipoacusia non trattata aumenta anche il rischio di solitudine e di somatizzazione dei disturbi stessi.