REGGIO EMILIA – Qualsiasi luogo di lavoro può celare alcuni rischi intrinseci, causati dall’attività che il singolo sta svolgendo o dal luogo in cui l’addetto deve rimanere durante il proprio turno lavorativo. Il datore di lavoro ha l’obbligo di ridurre al minimo tali rischi, anche attraverso l’utilizzo dei cosiddetti dispostivi di protezione.
Sono detti DPI, o dispositivi di protezione individuale, quegli accessori che il singolo utilizza per proteggersi durante il lavoro. Oltre a questi le aziende devono provvedere anche ai DPC, o dispositivi di protezione collettiva.
Sono chiamati Dispositivi di Protezione collettiva tutti gli accessori, temporanei o permanenti, che consentono di proteggere chiunque si trovi all’interno di un’azienda, di un cantiere, di un laboratorio, Come avviene per qualsiasi dispositivo di protezione, anche quelli collettivi sono tantissimi e il loro utilizzo dipende da una serie di fattori. A partire dalla situazione specifica di lavoro, che può essere un cantiere edile, un’azienda di produzione o un magazzino, per fare degli esempi più precisi.
Alcuni dei DPC più diffusi sono necessari non solo per chi lavora, ma anche per coloro che possono accedere a una realtà aperta al pubblico. Si pensi ad esempio a uno stadio, a un ospedale o a una scuola. Rientrano quindi nella categoria dei DPC sia quei dispositivi che più lavoratori utilizzanocontemporaneamente durante la propria specifica attività, come ad esempio i ponteggi di un cantiere edile, o una linea vita posizionata su un tetto; sia tutto ciò che permette di mantenere in sicurezza un ambito lavorativo, come ad esempio i corrimano di una scala, le reti che delimitano un cantiere e impediscono l’accesso ai non addetti ai lavori o gli estintori che possiamo trovare ben segnalati all’interno di un museo.
Molti DPC quindi sonoutilizzati da chiunque possa accedere a una realtà produttiva o ricettiva, quindi anche da parte di soggetti che non hanno goduto di alcun genere di corso formativo che li possa aiutare nell’utilizzo dei dispositivi di protezione. Anche per questo motivo è necessario che sia possibile non solo individuare rapidamente il posizionamento dei DPC, ma che se ne possa comprendere l’utilizzo.
A tale scopo le aziende in cui è obbligatorio posizionare dei DPC devono provvedere anche a segnalarli correttamente, in modo che chiunque acceda a quell’ambiente abbia anche la possibilità di reperire i DPC. Sono quindi disponibili cartelli e segnali che aiutano a vedere il posizionamento dei DPC e indicazioni chiare su come utilizzarli.
I DPI, o dispositivi di protezione individuali, sono invece dispositivi che il singolo soggetto ha a disposizione quando sta svolgendo una specifica attività. Si tratta di un ambito molto ampio, che va dalle mascherine chirurgiche fino alle protezioni per braccia e mani di chi lavora in un altoforno.
Sta al datore di lavoro valutare quali siano i rischi che un soggetto può correre durante la propria attività lavorativa e fornire tutti i DPInecessari a proteggerlo al meglio, al fine di evitare incidenti di qualsivoglia genere. Il datore di lavoro ha anche l’obbligo di acquistare i DPI e di effettuare regolari interventi di manutenzione. Ha il medesimo dovere anche per quanto riguarda tutti i DPC presenti in azienda.