Il gusto del Rinascimento: alla scoperta della storia della torta di rose
| ARTICOLO SPONSORIZZATO

Il gusto del Rinascimento: alla scoperta della storia della torta di rose

5 aprile 2024 | 14:11



REGGIO EMILIA – Il Rinascimento è considerato, a ragion veduta, uno dei periodi d’oro della storia italiana. Quando lo si chiama in causa, è bene ricordare che non ci ha lasciato solo impareggiabili opere d’arte pittorica, ma anche delizie culinarie. Una di queste è la torta di rose. Tra i lievitati più famosi della Lombardia, in particolare della zona del Garda, ha origini in parte avvolte dalla leggenda.

Oggi molto apprezzati e al centro della creatività di numerose botteghe di pasticceria artigianale – un esempio che ha conquistato l’attenzione mediatica negli ultimi anni, nonché il palato della clientela, è la torta di rose di Infermentum, azienda che, dieci anni fa, ha regalato una nuova giovinezza a una preparazione antichissima come il lievito madre – il dolce sarebbe stato presentato per la prima volta su una tavolata nel 1449, in occasione delle nozze della sedicenne Isabella d’Este con Francesco II Gonzaga.

Secondo la tradizione, il suo ideatore, il cuoco Cristoforo di Messisbugo, l’avrebbe messa a punto ispirandosi proprio alla bellezza della sposa che, negli anni successivi, si sarebbe guadagnata la fama di grande mecenate e di sovrana dalle fini doti diplomatiche.

Il nome deriva dalla forma, che ricorda quella di un bocciolo di rosa, il fiore per eccellenza legato a concetti come la bellezza e l’armonia. Il risultato fu subito oggetto di elogi. Ciò gli permise, inizialmente, di comparire sulle tavole di numerosi banchetti e, nel corso dei secoli, di diventare una delle torte simbolo della cucina mantovana.

Negli ultimi 20 anni circa, questo lievitato – da servire rigorosamente caldo, così da permettere all’ospite di lasciarsi inebriare dal gentil crocchiare della crosticina, “porta” che svela un cuore soffice e all’insegna della delicatezza, proprio come la regina dei fiori – sta vivendo una seconda giovinezza.

Proposto presso celebri ristoranti e, come già detto parlando di Infermentum, presente nel portafoglio prodotti di aziende che hanno riportato in auge la lavorazione artigianale dei dolci e ingredienti che richiedono dedizione e pazienza, qualità fondamentali per assecondare i ritmi della natura, deve il suo successo alla (ri)scoperta dei lievitati made in Italy come dolci che trascendono le stagioni e i luoghi.

Li si ama perché rappresentano un emblema concreto di quanto sia straordinaria la cucina italiana, un universo in cui si fondono affascinanti leggende e ingredienti genuini, che ci invitano a riassaporare la bellezza di una vita più lenta e attenta al benessere.