REGGIO EMILIA – Il tema della donna nell’arte, soprattutto nell’iconografia antica, è estremamente ampio e una straordinaria quantità di studiosi ne hanno parlato. Fin dall’antichità si è creato un mondo mistico attorno alla figura femminile, da sempre associata alla fecondità e ai legami con le divinità. In questo articolo si ripercorre la storia della donna dell’arte a partire dagli esempi più prestigiosi, quei quadri con soggetti femminili che hanno fatto la storia, per poi passare alle nuove rappresentazioni della figura femminile nell’arte contemporanea.
Partiamo da un’eccellenza italiana, la Nascita di Venere di Sandro Botticelli. Realizzata fra il 1482 e il 1485, nel dipinto la dea appare in tutta la sua grazia, nonostante la composizione semplice è evidente la sacralità della figura. Si è infatti verificato un evento miracoloso, la nuova dea si manifesta al mondo ed evoca scene cristologiche come quella del battesimo. Il fulcro del quadro è l’allegoria neoplatonica per la quale l’amore è la forza motrice della natura. In quest’ottica, l’opera non intende dare tanto una rappresentazione fisica della donna, quanto esprimere la bellezza spirituale, la purezza e la nobiltà d’animo.
La Gioconda, conosciuta anche come Monna Lisa, è uno dei dipinti più celebri del mondo. Databile nel 1503/1514, è conservata al Louvre di Parigi. Nella storia dell’arte, è sicuramente uno dei quadri dal carattere più enigmatico, che da sempre è oggetto di interpretazioni e analisi da parte di studiosi e persino psicologi. Il soggetto è storicamente identificabile in Lisa Gherardini, moglie del nobile italiano Francesco del Giocondo. L’elemento cardine del quadro è il misterioso sorriso, che trasmette un’eterna energia difficilmente incasellabile. C’è chi vede gioia ed euforia, chi percepisce malinconia, tristezza e solitudine. Molti altri suggeriscono che il sorriso indichi una conoscenza segreta e inaccessibile, un concetto che per molto tempo è stato associato al mondo femminile, storicamente considerato depositario di realtà nascoste.
La Gioconda è l’opera più famosa di Leonardo da Vinci, ma di certo la Dama con l’ermellino non è meno iconica. Il dipinto ad olio venne realizzato dall’artista toscano fra il 1488 e il 1490 e ad oggi è conservato a Cracovia. Anche in questo caso spicca il sorriso leggermente accennato, che fa sì che dal quadro non emergano troppe emozioni. In questo caso la bellezza della protagonista, Cecilia Gallerani, propone un tipo di rappresentazione volta a testimoniare la delicatezza e l’amore. Non a caso l’animale è un simbolo di purezza e incorruttibilità.
Il quadro di Jan Vermeer risale al 1665/1666 e oggi è conservato al Mauritshuis dell’Aia. Il dolce viso della ragazza mostra un’espressione ammiccante che ha qualcosa di struggente e richiama un candido erotismo. La leggenda racconta che durante le lunghe ore di posa della modella, il pittore si innamorò di lei. Per comprendere il possibile significato del dipinto, occorre partire proprio dal dettaglio della perla, che nel mondo psicologico rappresenta un dolore che si è trasformato in un gioiello raro e prezioso. La perla, infatti, si autoproduce all’interno dell’ostrica ed evoca qualcosa dal valore inestimabile e nascosto. Una possibile interpretazione della natura femminile che traspare da questo quadro, quindi, potrebbe essere la forza della donna, che ha la capacità di autocurarsi dopo un evento doloroso.
Nell’arte contemporanea, la donna diventa a tutti gli effetti il soggetto dell’opera. Non si tratta più, quindi, di dipingere figure femminili in grado di evocare valori nascosti e ultraterreni, quanto di parlare dell’anima del personaggio dipinto. Pensiamo agli autoritratti di Frida Kahlo, dai quali traspare chiaramente lo stato d’animo fragile, sofferente e insieme dignitoso; in quest’epoca la figura femminile inizia così ad affrancarsi dall’immagine dipinta che non le lasciava spazio nel mondo, se non al fianco dei propri uomini. Ad oggi, le rappresentazioni della donna nel mondo artistico sono estremamente varie ed elaborate: dai quadri astratti di donne che evocano l’idea di misteri millenari alle rappresentazioni iper realistiche, dalle opere volutamente provocatorie a quelle che sono espressione di una simbologia elaborata. Molte volte la donna si impone come celebrazione vera e propria, ricordiamo ad esempio i quadri di Warhol su Marylin Monroe, dove è ampiamente evidente il culto della celebrità, grazie al quale la donna assume una rilevanza senza pari.