REGGIO EMILIA – La tecnologia sta procedendo a passi da gigante e sta portando a dei cambiamenti decisivi in qualunque ambito, anche in quello dello sport. Nel mondo del calcio è stato introdotto il VAR, acronimo di Video Assistant Referee, supporto inserito regolarmente nel campionato italiano a partire dalla stagione 2017/18. Questa elevata tecnologia ha lo scopo di fornire agli arbitri un aiuto decisivo che consente loro di non errare come in passato, e con tanta umiltà tali professionisti hanno l’opportunità di rivedere le decisioni prese sul campo con l’ausilio di due addetti presenti in sala VAR, per l’appunto. Prima di esplorare quella che è la storia del VAR nel campionato italiano, è doveroso indicare il suo funzionamento.
Il VAR permette agli arbitri di campo di correggere degli eventuali errori commessi durante la partita, affidandosi alla revisione delle immagini mostrate sullo schermo a bordo campo. I replay sono fondamentali dunque, e concretamente vengono associati alla percezione stessa che gli arbitri hanno di un episodio accaduto durante la partita. I suoi utilizzi sono svariati, e la tecnologia entra in gioco per verificare la validità o meno di un gol, per assegnare o togliere un calcio di rigore, per un cartellino rosso o per un errore d’identità.
All’interno della sala VAR ci sono sei schermi, due in alto e quattro in basso; i primi servono ai due arbitri addetti (VAR e AVAR) a seguire ordinariamente la partita, mentre i quattro in basso mostrano le immagini del match con un ritardo di 3 secondi. Il loro scopo è quello di garantire ai due arbitri di sala delle riprese video eccelse per ciascuna azione, ed entrambi possono chiedere il replay quando necessario, avendo anche la possibilità di zoomare, tracciare linee virtuali e così via.
In Serie A TIM è stato applicato il regolamento del VAR in data 19 agosto 2017, cominciando così la prima stagione dove l’operato degli arbitri viene strettamente collegato all’ausilio della tecnologia video. La partita in questione è stata Juventus-Cagliari, e al minuto 37 l’arbitro Maresca viene richiamato da Valeri e Aureliano per analizzare un episodio dubbio verificatosi all’interno dell’area di rigore dei bianconeri, durante un’azione d’attacco dei sardi. In seguito al consulto avuto con i due assistenti sopracitati e la revisione del replay Maresca decide di assegnare il tiro dagli undici metri al Cagliari, fallito poi da Farias (Buffon glielo ha parato). Si tratta del primissimo intervento del VAR nel campionato italiano e non solo, poiché la Serie A figura come una delle prime competizioni ad aver sperimentato la tecnologia in questione.
Con grande orgoglio si può affermare che è la Serie A TIM il primo campionato ad aver registrato ottimi risultati con il VAR a supporto dell’arbitraggio. A differenza della Bundesliga, in Germania, dove le prime giornate d’applicazione della tecnologia video è stata alquanto burrascosa generando non poche polemiche, nel campionato italiano tutto è filato liscio all’inizio. Infatti, nel 2017 era sorta l’idea di proporre l’Italia come centro di formazione per gli arbitri di tutto il mondo al fine di educare all’uso del VAR durante le partite di calcio. Ciò ha comunque segnato un’importante vetrina per il Bel Paese, in quanto ha contribuito alla sperimentazione ufficiale con risultati soddisfacenti prima del mondiale in Russia.
Successivamente al 2017, gli episodi di tensione tra i tifosi e gli arbitri in seguito al cattivo utilizzo del VAR in Serie A TIM e nelle leghe minori non sono mancati, pertanto alcune società hanno pensato di essere addirittura vittime di una qualche sorta di complotto. I faccia a faccia tra i dirigenti e le figure di spicco della FIGC prima, e il designatore arbitrale poi, sono stati moltissimi. Al centro di ogni dibattito c’è sempre stata l’incoerenza nell’utilizzo della tecnologia video, poiché alcuni arbitri hanno spesso commesso ugualmente degli errori grossolani, o perché non sono stati richiamati dal VAR oppure per mantenere fede alla loro percezione della realtà avuta in campo.
Di fatto, per gli arbitri di campo è penalizzante andare più volte nel corso di un match allo schermo a bordo campo per una “On field review”, poiché perdono punti per la loro personale classifica interna. Nonostante alcune polemiche sorte inevitabilmente nel corso delle stagioni, dopo 7 anni di VAR Pierluigi Collina si è detto assolutamente felice dei risultati raggiunti, raccontando anche del nervosismo iniziale che c’era nell’introdurre la tecnologia. Il primo match in assoluto nel quale è stato sperimentato il VAR è stata l’amichevole tra Italia e Francia, dove Collina – che all’epoca non lavorava ancora per la FIFA – ha presenziato. L’ex arbitro Gianpaolo Calvarese, in questa intervista fatta da ExpressVPN sul presente e il futuro del VAR, si è detto felice dei progressi raggiunti in Italia e nel mondo grazie alla tecnologia di videoassistenza, e ha svelato quelle che potrebbero essere le evoluzioni.