Smaltimento sicuro dei rifiuti liquidi inquinanti: cosa prevede la normativa italiana
| ARTICOLO SPONSORIZZATO

Smaltimento sicuro dei rifiuti liquidi inquinanti: cosa prevede la normativa italiana

8 ottobre 2024 | 10:47



REGGIO EMILIA – Il corretto smaltimento dei rifiuti liquidi inquinanti rappresenta un aspetto cruciale per la gestione delle attività industriali, in particolare per quelle che producono scarti potenzialmente pericolosi per l’ambiente e la salute umana.

La legislazione italiana è rigorosa e stabilisce norme precise per evitare contaminazioni di acqua, suolo e aria. Le aziende devono conformarsi a tali regole per garantire la protezione dell’ambiente e prevenire sanzioni.

Questo articolo fornisce un’analisi approfondita delle disposizioni di legge attualmente vigenti in Italia per la gestione sicura dei rifiuti liquidi industriali, illustrando le fasi di stoccaggio, trasporto e smaltimento.

Definizione e classificazione dei rifiuti liquidi

I rifiuti liquidi industriali comprendono una vasta gamma di sostanze, dagli scarti chimici alle emulsioni, dai reflui industriali agli oli esausti. La legge italiana, attraverso il Decreto Legislativo 152/2006 (Norme in materia ambientale), definisce i criteri di classificazione dei rifiuti, che si suddividono in due grandi categorie.

  • Rifiuti pericolosi: contengono sostanze tossiche, infiammabili, corrosive o nocive per l’ambiente e la salute umana. Esempi includono oli minerali esausti, solventi e acque reflue contenenti metalli pesanti.

  • Rifiuti non pericolosi: pur essendo meno impattanti, richiedono comunque un trattamento adeguato. Si tratta di liquidi derivanti, ad esempio, da processi di lavaggio industriale.

I rifiuti liquidi vengono classificati in base al Codice Europeo dei Rifiuti (CER), un sistema che assegna un codice numerico ad ogni tipologia di scarto. Le aziende sono tenute a identificare con precisione il CER del rifiuto prodotto per garantire il corretto smaltimento.

Norme sullo stoccaggio in sicurezza

Per evitare rischi di dispersione o contaminazione, lo stoccaggio dei rifiuti liquidi deve seguire criteri precisi. L’articolo 183 del Decreto Legislativo 152/2006 stabilisce che i rifiuti devono essere gestiti “in condizioni di sicurezza”, che includono:

  • Recipiente idoneo. I contenitori utilizzati per lo stoccaggio devono essere resistenti ai materiali che contengono. L’uso di fusti in HDPE (polietilene ad alta densità) è particolarmente diffuso. Questo materiale garantisce resistenza chimica e meccanica, oltre a essere impermeabile, caratteristica fondamentale per evitare perdite o contaminazioni.

  • Sistemi di contenimento secondario. Per prevenire sversamenti accidentali, è obbligatorio l’uso di vasche di contenimento che possano raccogliere eventuali perdite, evitando che queste raggiungano il suolo o le acque superficiali. La capacità di contenimento deve essere pari almeno al volume del più grande dei contenitori stoccati o, in caso di più fusti, al 110% del volume totale.

  • Segnaletica e identificazione. Ogni contenitore deve essere chiaramente etichettato con il CER del rifiuto e le indicazioni di pericolo relative (ad esempio infiammabilità o tossicità).

Un ulteriore aspetto riguarda i tempi di stoccaggio. La normativa prevede che i rifiuti liquidi possano essere conservati in loco per un massimo di 12 mesi dalla data di produzione. Scaduto questo termine, il rifiuto deve essere smaltito tramite operatori autorizzati.

Il trasporto dei rifiuti liquidi inquinanti

Il trasporto di rifiuti liquidi pericolosi deve rispettare sia il Decreto Legislativo 152/2006 sia il Regolamento ADR (Accordo europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada). Di seguito le disposizioni principali.

  • Veicoli autorizzati: i trasportatori devono disporre di mezzi certificati e adeguatamente attrezzati per il trasporto di rifiuti pericolosi. I veicoli devono essere dotati di sistemi di contenimento in caso di perdite durante il trasporto e devono seguire rotte che minimizzino i rischi di contaminazione ambientale.

  • Documentazione obbligatoria: ogni trasporto deve essere accompagnato dal Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR), che riporta tutte le informazioni sul tipo di rifiuto, la quantità, il codice CER, il produttore, il trasportatore e la destinazione finale. Il FIR garantisce la tracciabilità completa del rifiuto dalla sua origine fino al trattamento finale.

  • Imballaggio e sicurezza: i rifiuti liquidi devono essere trasportati in contenitori ermeticamente chiusi, etichettati e conformi alle norme ADR per quanto riguarda la resistenza agli urti e alle sollecitazioni meccaniche. I fusti in HDPE rappresentano una delle soluzioni più utilizzate per il trasporto, grazie alla loro capacità di resistere alle sollecitazioni esterne senza rompersi o deformarsi.

Lo smaltimento: trattamento e recupero

Le aziende che producono rifiuti liquidi inquinanti devono smaltirli esclusivamente tramite impianti autorizzati, secondo le normative vigenti. La legislazione italiana distingue due principali modalità di trattamento:

  1. Trattamento e smaltimento diretto. I rifiuti liquidi pericolosi vengono inviati a impianti di smaltimento finali, come discariche per rifiuti pericolosi o impianti di incenerimento. La Direttiva Europea 2008/98/CE, recepita in Italia, stabilisce che lo smaltimento diretto rappresenti l’ultima opzione, da considerare solo se non è possibile recuperare o riciclare il materiale.

  2. Recupero e rigenerazione. Per alcuni rifiuti, come gli oli esausti, esiste la possibilità di recuperarli e rigenerarli per nuovi utilizzi. L’olio usato può essere trattato per rimuovere contaminanti e trasformato in lubrificanti rigenerati, combustibili industriali o altri prodotti utili.

Il Decreto Ministeriale del 5 febbraio 1998 prevede i criteri per il recupero di specifici rifiuti liquidi, disciplinando le condizioni tecniche in cui il recupero può avvenire, nonché le modalità per garantire la sicurezza e la conformità alle normative ambientali. In questo contesto, il monitoraggio dei processi e dei parametri ambientali riveste un ruolo centrale per assicurare che non si verifichino emissioni o contaminazioni secondarie.

Sanzioni per la gestione non conforme

Le aziende che non rispettano le normative italiane sullo smaltimento dei rifiuti liquidi pericolosi possono incorrere in sanzioni amministrative e penali. Il Decreto Legislativo 152/2006 prevede multe fino a 100.000 euro e l’arresto per i responsabili in caso di gravi violazioni.

Tra le infrazioni sanzionabili ci sono:

  • l’omessa classificazione dei rifiuti

  • Il trasporto senza la documentazione adeguata

  • Lo smaltimento in impianti non autorizzati o lo stoccaggio oltre i termini consentiti.

Le aziende devono inoltre fare attenzione ai controlli periodici da parte delle autorità competenti, che possono verificare la corretta gestione e smaltimento dei rifiuti.

Strumenti e tecnologie per la gestione sicura

L’industria moderna ha a disposizione strumenti avanzati per gestire i rifiuti liquidi in sicurezza. I sistemi di monitoraggio elettronico dei serbatoi consentono di controllare in tempo reale i livelli dei liquidi stoccati e rilevare eventuali anomalie, come perdite o sversamenti. I fusti in plastica HDPE con coperchio rappresentano una scelta efficace per la loro durabilità e compatibilità con un’ampia gamma di sostanze chimiche, rendendoli adatti sia allo stoccaggio sia al trasporto.

Le vasche di contenimento, dotate di sensori di allarme per le perdite, possono evitare danni ambientali in caso di incidenti, mentre i sistemi di aspirazione e filtrazione industriale riducono al minimo le emissioni nocive durante il trattamento dei rifiuti.

Lo smaltimento sicuro dei rifiuti liquidi inquinanti richiede una gestione attenta e conforme alle normative italiane, che regolano ogni fase del processo, dallo stoccaggio al trasporto fino al trattamento finale. Le aziende che operano in settori che producono rifiuti liquidi devono dotarsi degli strumenti e delle tecnologie più avanzate per garantire la sicurezza e prevenire rischi ambientali e legali.