Sabato alle 18, al teatro Cavallerizza, va in scena “A space for all our tomorrows”
REGGIO EMILIA – In “A space for all our tomorrows”, prima italiana che il Festival Aperto propone sabato 8 ottobre, ore 18, al Teatro Cavallerizza, la splendida danzatrice Annie Hanauer, ispirandosi alla storica comunità di artisti del Monte Verità e mettendosi in relazione con l’emergenza pandemica globale, riflette sulle idee storiche e contemporanee di utopia, facendolo in qualità di donna e di artista con disabilità.
Le utopie esistono solo nei nostri pensieri, non sono (ancora) realtà. Inoltre, hanno una caratteristica: quella di non realizzarsi, perché solo così possono salvaguardare la loro natura intrinseca, ovvero quella di restare utopiche. E allora, che cos’è che ci affascina così tanto in un’utopia? Abbiamo bisogno di esperimenti utopici per realizzare grandi cose, quindi il palcoscenico è forse il luogo perfetto per riuscirci o per ripensare i nostri sogni o farne nascere perfino di nuovi?
In A space for all our tomorrows, Hanauer cerca di incanalare e presentare la ricerca dell’utopia, focalizzandosi sulla sua manifestazione attraverso il corpo e il movimento, e lasciando spazio a prospettive multiple. L’obiettivo è di canalizzare il sentimento di qualcosa che è intangibile, immaginario e diverso per ogni persona, soffermandosi sul significato di utopia per coloro che hanno sperimentato la marginalizzazione nella società contemporanea.
Esplorando le proprietà del corpo, l’unione e l’individualità, la presenza e il potere, sempre in relazione all’utopia e alla disabilità, Hanauer dà vita a una performance potente, intensa e disordinata, ma anche edificante e invitante. Un’opera capace di creare e chiamare in causa un futuro immaginario condiviso, uno spazio per immaginare le nostre utopie, lasciando alle persone la propria prospettiva e, soprattutto, la sensazione che il cambiamento sia possibile.
“Immagino – scrive Annie Hanauer – una performance che possa essere allo stesso tempo potente, intensa e disordinata, ma anche edificante e invitante. Insieme a due danzatori e una musicista cercherò la proprietà del corpo, il piacere e il potere, e le idee di “natura” e “naturalezza”, in relazione all’utopia e al corpo con disabilità.