Al Teatro Cavallerizza domenica, ore 18, l’ensemble belga Ictus per un concerto di canzoni brevi di oggi e di ieri
REGGIO EMILIA – “Darker than black” approda al festival Aperto (Teatro Cavallerizza, ore 18.00) domenica 10 novembre prossimo con l’ensemble belga Ictus ed è un concerto che si muove sulla soglia di un confine ideale, quello fra musica contemporanea e musica rinascimentale, in forme brevi e ombrose, anche di canzone.
Una voce chiara senza vibrato del soprano Theresa Dlouhy, la chitarra di Tom Pauwels, la viola da gamba dal tocco sfumato di Eva Reiter, intessono un patchwork di miniature avvelenate e deliziose: melodie dolciamare, ostinati à la Purcell, canzoni pop rallentate cento volte, confidenze notturne…
Un concerto di canzoni brevi, di oggi e di ieri, come si diceva un volta in tempi a tal punto dileguati da chiedersi se siano realmente esistiti o se siano stati un sogno – del resto chi può provare che siamo svegli?
Un programma che alterna compositori di oggi (Arthur Lavandier, Wolfgang Mitterer, Bernhard Gander, Francesco Filidei, Burkhard Stangl, Eva Reiter) a compositori di ieri, o dell’altro ieri (John Dowland, Tobias Hume, Thomas Campian, Stephen Goodall).
Fra il repertorio contemporaneo e quello rinascimentale, questo concerto in trio è “Darker than black”, un’ode alla “bile nera”: il tono malinconico, il liquore saturnino, senza i quali i musicisti sfoggerebbero un sorriso così sdolcinato sui lori volti, quasi da prenderli a schiaffi. Un concerto sul punto di essere calmo, semplice e triste, se non si sentisse quanto i musicisti siano abitati dalla passione per l’ornato, per il crepuscolare, per il bizzarro.