Un ritratto della città di Reggio Emilia, realizzato con i mezzi della composizione musicale e del videomaking, sabato 5 e domenica 6 ottobre ore 18
REGGIO EMILIA – La frase «il Popolo giusto vuole la neve» si trova su un’ormai illeggibile targa di un edificio di Reggio Emilia, nel cuore di Borgo Emilio, al numero 13 di vicolo Venezia.
La frase diventa il titolo del nuovo lavoro, commissionato da Festival Aperto Fondazione I Teatri, al compositore e direttore d’orchestra Andrea Molino, che debutta in prima assoluta sabato 5 ottobre, ore 18 (replica domenica 6, ore 18.00) sul Palcoscenico del Teatro Municipale Valli.
Si tratta di un ritratto della città di Reggio Emilia, realizzato con i mezzi della composizione musicale e del videomaking.
Con il coinvolgimento di musicisti (Simone Beneventi, Tiziano Bianchi, Mirco Ghirardini, ensemble AltreVoci, Paolo Simonazzi) di un cantastorie (Stefano Enea Virgilio Raspini), di una troupe di ripresa (Alessandro Grisendi, Marco Noviello, Andrea Morselli, Andrea Mafrica), ma anche di cittadine e cittadini, e con l’apporto poetico di Pierluigi Tedeschi, Molino lo scorso aprile ha attraversato la città, dall’esterno verso il centro, toccando alcuni dei suoi luoghi più significativi.
“Le varie fasi di questo percorso – spiega lo stesso Molino – sono state concepite e composte in intima relazione con i diversi luoghi e situazioni della città, non in modo descrittivo ma essenzialmente “teatrale”, nel senso più ampio del termine. Borgo Emilio ne é forse il cuore, ma anche altri luoghi come la periferia multiculturale di via Turri, il grande capannone delle Officine Reggiane, il magnifico, inquietante Palazzo Masdoni e infine piazza Martiri e il Teatro Valli come punto di arrivo ci hanno permesso di disegnare un ritratto della città senza temerne la complessità e senza cercare di risolverne le contraddizioni”.
Il linguaggio audiovisivo è qui un elemento compositivo e drammaturgico a tutti gli effetti; la videocamera diventa anch’essa uno strumento musicale e teatrale, affiancando con pari dignità voci e strumenti e offrendo loro appassionanti possibilità di articolazione della narrazione. Le sequenze registrate nella prima fase del progetto costituiscono l’ossatura sulla quale si appoggia lo spettacolo dal vivo, che si intreccia con esse in uno stretto dialogo musicale e in un continuo rimando di relazioni teatrali e temporali. Nella parte finale le immagini video e l’azione musicale dal vivo condividono lo stesso luogo, il Teatro Valli, che diventa quindi in qualche modo il portatore di tutte le storie raccontate lungo il percorso”.
“Il Popolo giusto vuole la neve” nasce – prosegue Molino – da un’intuizione che mi accompagna ormai da diversi anni: che il luogo dove avviene un evento sia parte integrante del contenuto narrativo dell’evento stesso. Fin dall’inizio delle mie conversazioni con la direzione artistica del Festival Aperto mi è stato chiaro che ciò di cui mi volevo occupare era il luogo stesso che mi avrebbe ospitato: la città di Reggio Emilia. Il titolo si riferisce naturalmente all’appassionante storia del Popolo giusto, che a mio avviso non è più conosciuta al di fuori della città solo perché, considerata problematica o comunque controversa, è stata più o meno coscientemente rimossa dalla narrativa ufficiale”.