Festival Aperto, musica per operai e acciaio

Date Evento
Il 23 ottobre
Dalle 20,30
Date Evento
Ingresso

Evento concluso

Festival Aperto, musica per operai e acciaio

REGGIO EMILIA – Nell’ambito del festival Aperto, al Teatro Valli, venerdì prossimo alle 20.30, vanno in scena due opere dedicate agli operai dell’Italsider di Genova Cornigliano e alle vittime della Thyssenkrupp. Prima “Acciai” dell’Ensemble Icarus che interpreterà “La fabbrica illuminata, per voce femminile e nastro magnetico di Luigi Nono con testi di Giuliano Scabia, Cesare Pavese dedicata agli operai dell’Italsider di Genova-Cornigliano. Seguirà “Lo stridere luttuoso degli acciai”, di Giorgio Luzzi e Adriano Guarnieri, cantata per soprano, voce recitante, voci su nastro, ensemble e live electronics. Dedicata alle vittime della Thyssenkrupp

Un pezzo di Nono che ha fatto epoca per l’innovativo uso elettronico-concreto dei suoni della fabbrica, e un nuovissimo pezzo elettroacusitco di Guarnieri. Entrambi con la voce al centro, entrambi dedicati al tema dal lavoro operaio, e delle sue storture con gli strumenti della più avanzata ricerca musicale piegata a fini espressivi e civili. Composta per il Premio Italia 1964, La fabbrica illuminata non fu in quell’occasione eseguita per censura della direzione Rai: i testi fortemente politicizzati vennero ritenuti offensivi nei confronti del governo.

Sullo “Stridere luttuoso degli acciai” scrive Adriano Guarnieri: “Giorgio Luzzi aveva scritto un testo poetico ispirandosi a questa tragedia e mi ha chiesto prima cosa ne pensavo e poi se volevo musicarlo. L’idea mi ha subito affascinato non soltanto sotto il profilo drammaturgico, ma perché sentivo l’impegno morale, civile, ideale che c’è in questo progetto. Ci ho lavorato un anno, non è stato facile, ma è un tema che ho sentito subito mio. Non c’è nessuna provocazione musicale, ma c’è la denuncia, l’impegno. So che “impegno” è un termine che qualcuno considera antiquato, ma per me non dovrebbe mai mancare in chi compone o in chi scrive. Dal testo di Luzzi, che è molto più ampio, abbiamo scelto sette episodi che riflettono su quanto è successo ora in maniera onirica, ora civile, ora poetica. Nella musica c’è lirismo, cantabilità, polifonia, c’è la voce dal vivo e la voce registrata ed elaborata che diventa un coro a quattro, c’è l’ensemble e il live electronics per la spazializzazione del suono. È un Requiem laico che ha scoppi materici e momenti lirici, dove il violoncello è un filo rosso e dove il tema civile che ho sentito fortissimo su di me è che in Italia ogni giorno si muore sul posto di lavoro”.