La Rotterdam Philharmonic Orchestra al teatro Valli

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Il 30 novembre
Dalle 20.30
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Concerto mercoledì 30 novembre: sul podio una delle orchestre internazionali più note, diretta da maestro Lahav Shani, dalla folgorante carriera e con il pianoforte di Yefim Bronfman

La Rotterdam Philharmonic Orchestra al teatro Valli

REGGIO EMILIA – La Rotterdam Philharmonic Orchestra – diretta da Lahav Shani e con il pianoforte di Yefim Bronfman – è la protagonista del concerto di mercoledì 30 novembre, ore 20.30, al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia.

In programma, il Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra in do minore op. 37 di Beethoven e la Sinfonia n. 9 in re minore di Bruckner.

Completato nel 1802, il Terzo concerto per pianoforte è quello in cui Beethoven afferma con assoluta evidenza la propria concezione sinfonica del concerto solistico. Iconico e emblematico del lato eroico della scrittura beethoveniana, l’immediato successo ne ha fatto per tutto l’Ottocento il suo concerto pianistico più eseguito. Anche Bruckner non poté oltrepassare la soglia del numero nove fissato da Beetheven, e la sua Nona, ultima la lui composta, rimase incompiuta, eppure le sue proporzioni sono colossali: tre movimenti spalancati vertiginosamente su territori misteriosi e fino ad allora inesplorati dalla musica sinfonica.

Pianista russo-israeliano, Yefim Bronfman si è imposto come uno degli interpreti più importanti degli ultimi decenni, grazie alle sue doti e alla sua tecnica, specialmente orientato al repertorio romantico e tardo-romantico. Lahav Shani, pianista e direttore, è il giovane maestro israeliano la cui folgorante carriera lo ha portato in questi ultimi anni alla nomina a direttore principale della Rotterdam Philharmonic Orchestra e sul podio delle maggiori orchestre del mondo.

«La prima volta a Rotterdam fu un vero e proprio elettroshock, una folgorazione  – racconta Lahav Shani in una sua intervista su Amadeus – Capii immediatamente che volevo stare lì. Sapevo che cercavano un successore di Yannick Nézet-Séguin e da lì in poi questo fu per me un obiettivo, ma un po’ anche un test, non sapevo se avrebbe funzionato. Devo ammettere che si trattò di una sorta di amore a prima vista, un feeling che ho avvertito fin dal primo momento». Il giovane direttore è molto apprezzato dalla critica, che gli riconosce una tecnica eccezionale, unita alla sensibilità e alla capacità di conferire bellezza e gioia all’opera.