Venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 febbraio al Teatro Ariosto “La scuola delle mogli”, diretto e interpretato da Arturo Cirillo
REGGIO EMILIA – Dice Arturo Cirillo, regista e interprete de “La scuola delle mogli”, al Teatro Ariosto venerdì 15 e sabato 16 febbraio (ore 20.30) e domenica 17 febbraio, ore 15.30, che questa commedia, incentrata su un amore malato, gli ha fatto ricordare la vicenda di cronaca di Natascha Kampusch, la giovane rapita all’età di dieci anni nel 1998 che dopo otto anni di segregazione riuscì a fuggire dal proprio rapitore. O alla favola dark dell’Alice di Lewis Carroll.
Eppure Molière scrive questa commedia nel 1662, ma – dice lo stesso regista nelle sue note – ” vi si respira un’amarezza ed una modernità come solo negli ultimi testi Molière riuscirà a trovare”.
La storia è quella di Arnolfo, ricco borghese prossimo alle nozze con la giovanissima Agnese, orfana cresciuta ed educata nella più totale ignoranza al solo scopo di costruire una moglie “perfetta”, una sorta di “bambola” devota e ottusa che lo risparmi dal tradimento. Ma i piani di Arnolfo si scontrano con gli incerti del destino, che fanno incontrare Agnese e il giovane Orazio. Cirillo ambienta la vicenda in una casa di bambole ruotante su se stessa.
Una commedia alla Plauto che nasconde uno dei testi più moderni, contraddittori ed inquieti sul desiderio e sull’amore. Dove si dice che la natura dà maggiore felicità che non le regole sociali, che gli uomini si sono dati. Dove il cuore senza saperlo insegna molto di più di qualsiasi scuola. Dove Molière riesce a guardarsi senza pietismo, senza assolversi, ma anzi rappresentandosi come il più colpevole di tutti, il più spregevole (ma forse anche il più innamorato), riuscendo ancora una volta a farci ridere di noi stessi, delle nostre debolezze ed incompiutezze, della miseria di essere uomini.