Macbettu, dalla Scozia alla Sardegna: il bardo in sardo

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Il 27 novembre
Dalle 21
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Evento concluso

Mercoledì 27 novembre (ore 21) arriva al Teatro Asioli di Correggio lo spettacolo-rivelazione di Alessandro Serra

Macbettu, dalla Scozia alla Sardegna: il bardo in sardo

CORREGGIO (Reggio Emilia) – Al debutto, nel 2017, questo spettacolo ha riscontrato lo scetticismo di qualche critico che, senza vederlo, storceva il naso e dubitava della necessità di “tradire” ancora una volta Shakespeare, per di più con una versione vernacolare. Be’, lo spettacolo e il suo autore Alessandro Serra si sono presi una bella rivincita: Macbettu, pluripremiato in Italia, è stato invitato e celebrato in tutto il mondo, dalla Francia al Perù, dal Portogallo al Giappone; e prosegue nella sua – si può ben dire – trionfale tournée nazionale per la terza stagione consecutiva, emozionando il folto pubblico che ovunque lo accoglie.

Come nella più pura tradizione elisabettiana, lo spettacolo è interpretato da soli uomini, tra cui Leonardo Capuano nel ruolo del titolo. L’idea nasce nel corso di un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia. La Scozia è sostituita da una Sardegna ancestrale e dai suoi segni: i suoni cupi prodotti da campanacci, da antichi strumenti e dalle straordinarie pietre sonore di Pinuccio Sciola, le pelli di animali, le corna, il sughero.

C’è la potenza primitiva dei gesti e della voce, la confidenza con Dioniso e al contempo l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti. Ci sono fosche maschere e poi il sangue, il vino rosso, quell’incedere con ritmo antico, di un’incombente forza della natura che sta per abbattersi inesorabile, placida e al contempo inarrestabile, come la foresta che avanza. Ma soprattutto il buio inverno. Sorprendenti le analogie tra il capolavoro shakespeariano e i tipi e le maschere della Sardegna. La lingua sarda non limita la fruizione ma trasforma in canto ciò che in italiano rischierebbe di scadere in letteratura. Pietre, terra, ferro, sangue, posture di guerriero, residui di antiche civiltà nuragiche. Materia che non veicola significati, ma forze primordiali che agiscono su chi le riceve.

Se esiste un modo efficace, antico e attuale, di rimettere in scena i classici senza tradirli, questo spettacolo ne è un folgorante ed emozionante esempio.