Morganti e Shechter per Aterballetto al Valli

Date Evento
Il 10 novembre
Dalle 20,30
Date Evento
Ingresso

Evento concluso

Una nuova serata di grande danza nel Festival Aperto venerdì alle 20.30 al teatro Valli

Morganti e Shechter per Aterballetto al Valli

REGGIO EMILIA – Una nuova serata di grande danza nel Festival Aperto di Reggio Emilia – venerdì 10 novembre, ore 20.30, Teatro Municipale Valli – , che unisce tre nomi di rilevanza sia internazionale, sia nazionale e che già nelle passate edizioni del festival si sono fatti amare dal pubblico: la Fondazione Nazionale della Danza/ Aterballetto, e i coreografi Cristiana Morganti e Hofesh Shechter che, rispettivamente con “”Non sapevano dove lasciarmi” e “Wolf”, in programma nella serata, si sono fatti direttamente ispirare dai danzatori di Aterballetto.

Cristiana Morganti ha condotto una parte fondamentale della propria esperienza artistica accanto a Pina Bausch, assorbendo quell’universo corrosivo e poetico, quel linguaggio unico che ha dato al termine teatrodanza il senso più profondo. Aterballetto proviene invece da una ricerca artistica concentrata sui più diversi aspetti del movimento coreografato. L’incontro ha permesso di riflettere e cercare un punto d’incontro in “Non sapevano dove lasciarmi”: una danza fatta di teatralità, di gesti e di azioni quotidiane.

“Partendo da elementi autobiografici, ho voluto giocare su aspetti della danza e della vita, in una dinamica che annulla continuamente il sottile confine tra il dentro e fuori scena, tra realtà e finzione. La sfida per me era di riuscire a rivelare al pubblico l’unicità di questi interpreti come artisti completi, al di là delle loro straordinarie capacità tecniche” (Cristiana Morganti)

Hofesh Shechter è uno dei coreografi contemporanei più intensi e viscerali. Forse perché la musica è quasi sempre composta da lui stesso, nasce e cresce assieme alla coreografia intonandosi strettamente all’energia del suo movimento. Il risultato è un punch, come afferma lui stesso, un pugno con il quale lo spettatore viene investito da un’onda di energia.

In “Wolf”, tratto da un suo vecchio pezzo e ricreato per e con i 16 danzatori di Aterballetto, troviamo qualcosa di più. Una sorta di selvaggia animalità, una diversa declinazione della sua solita vitalità, che attraversa a tratti gli uomini e a tratti le donne. Il quadro che si compone ci trascina in un universo assolutamente originale e coinvolgente. Anche se non comprendiamo fino in fondo cosa ci ha conquistato. Ma “La danza è come un sogno, quando ti risvegli non ti sai spiegare come e perché certe idee e cose siano avvenute, e perché proprio in quel modo” (Hofesh Scechter)