Sulle tracce di Alcesti nei sotterranei del Valli

Date Evento
Dal 12 maggio al 13 maggio
Date Evento
Ingresso

Evento concluso

Sulle tracce di Alcesti nei sotterranei del Valli

REGGIO EMILIA – Un viaggio nei sotterranei del Teatro Municipale Valli, un’esperienza che coinvolgerà adulti e bambini (a partire dagli 8 anni) che Fondazione I Teatri e Reggionarra propongono venerdì 12 e sabato 13 maggio (ore 18.30 e 20.30) e sabato 14 maggio (ore 16.30 e 18.30), quando Chiara Guidi/Socìetas –  una delle realtà più significative della scena teatrale internazionale – mette in scena “La terra dei lombrichi”, narrazione sulla tragedia di Alcesti.

La terra dei Lombrichi è un viaggio tra azioni e emozioni “toccando il tema della morte, ma non in modo diretto, univoco come è l’immagine che ci restituisce la tv, ma come esperienza, mettendo in moto l’attenzione sensoriale, per cui  su una barca che si lacera si trova pian piano un pensiero sulla morte proprio”, spiega Chiara Guidi, la quale ha costruito lo spettacolo con il ‘metodo errante’ cioè coinvolgendo i bambini in quello che sanno, per arrivare a perlustrare ciò che è loro sconosciuto.

I lombrichi ciechi e sordi, giorno dopo giorno, rivoltano e vagliano la terra. Dalle profondità del suolo, portando in superficie mucchietti di terriccio, sollevano il terreno, trasformano il paesaggio e seppelliscono, custodendoli, molti oggetti antichi. Essi ricoprono e proteggono permettendo, a ciò che è sepolto, di ritornare. Per incontrare i lombrichi occorre scavare ed entrare nella terra perché solo stando un po’ con loro è possibile comprendere bene il loro segreto.

Oh! E’ un’impresa impossibile, perché nessuno può andare sotto terra, stare con i lombrichi e restare vivo! Occorre, allora, fare come Alcesti, diventare come lei, seguendo la sua storia così come ce la racconta Euripide, un poeta dell’antica Grecia. Alcesti, accettando di morire al posto del marito Admeto, scende nelle viscere della terra e poi, grazie all’aiuto di Eracle, risale in superficie lasciando i lombrichi alla loro infaticabile azione: andare sotto e poi risalire sopra… sotto… sopra… sottosopra…un movimento inestinguibile che illumina di speranza anche la tragedia.

Lo spettacolo, nato all’interno della riflessione tecnica sul teatro infantile chiamato Metodo errante, è una forma teatrale aperta, ha cioè bisogno dei bambini per comporsi e per compiersi. I bambini, guidati dalle figure della narrazione, entrano letteralmente dentro lo spazio dell’azione e determinano l’andamento della vicenda con le loro decisioni o con i loro interventi. Gli adulti che li accompagnano sono osservatori privilegiati dell’azione scenica.