REGGIO EMILIA – Ahmed, 10 anni, senza una mano, sorride mentre prende con la sua protesi un bicchiere d’acqua e lo beve. Fatima, 3 anni, senza un piede, finalmente riesce a sgambettare con il suo nuovo arto e il suo volto si illumina d’immenso. I nomi sono di fantasia, ma il lieto fine è reale: grazie agli arti artificiali questi due bambini, mutilati da una guerra terribile, che è iniziata nel 2011 e in alcune zone del Paese ancora non è finita, potranno tornare a fare una vita quasi normale.
Tutto questo grazie alla generosità dei reggiani e all’associazione Amar Costruire Solidarietà guidata dal medico siriano in pensione Jean Bassmaji. Nei mesi scorsi sono stati raccolti nel nostro territorio circa 32mila euro, 20mila dei quali sono serviti per acquistare un computer e il materiale di consumo per un anno interno. Le protesi saranno fabbricate su misura utilizzando scanner e stampanti 3D donati da un’azienda, la Wasp di Massa Lombarda.